sab 06 mag 2023 16:05 • Dalla redazione
Affollata serata promossa da FdI nella sala assemblee della Comunità della Val di Sole
MALÉ. Grande partecipazione ieri sera nella sala assemblee della Comunità della Val di Sole, con oltre 150 persone, alla serata dibattito promossa da Fratelli d’Italia sul tema dei grandi carnivori. Amministratori, politici e rappresentanti del mondo economico e sociale hanno preso la parola, generando un dibattito che ha unito posizioni costruttive e inutile demagogia. Tra i presenti anche Carlo Daldoss e il presidente Apt Luciano Rizzi, oltre a rappresentanti del comitato "Insieme per Andrea", con il presidente Pierantonio Cristoforetti. Sindaci presenti quelli di Mezzana e Terzolas Redolfi e Pedergnana, mentre per Dimaro Folgarida vi era l'assessora Tomasi.
Primo a parlare è stato Giacomo Bezzi, che dopo aver ricordato Andrea Papi, accompagnato dal pubblico in piedi unito in un applauso, ha introdotto il tema della serata, partendo inevitabilmente dal progetto Life Ursus e precisando di non essere stato in consiglio provinciale quando esso partì.
“Nel 2014/15, quando ero in consiglio provinciale – ha detto Bezzi - era stata promossa una conferenza di informazione sull'orso dal quale era emersa una carenza di formazione e comunicazione e si era chiesto un piano di comunicazione sul tema, che è rimasto lettera morta. Nel 2018 presentai un ordine del giorno sull'assestamento di bilancio che prevedeva che in Trentino fosse realizzato un grande parco sul modello di quello tedesco dove collocare gli orsi confidenti. Ordine del giorno che era stato approvato ma anche in questo caso non è stato fatto nulla. Occorreva poi potenziare la forestale, attivare un controllo territorio satellitare e applicare collari sterilizzanti. “Bisognava comunicare meglio”, ha concluso Bezzi, non risparmiando una frecciata al presidente Apt Luciano Rizzi “che dopo l'aggressione di Rabbi minimizzava e dopo Papi diceva il contrario”. In conclusione per Bezzi “abbiamo le nostre colpe se nel resto d’Italia non capiscono la nostra posizione”.
Elvio Bevilacqua (Asuc Termenago), ha parlato di “paura di non poter usufruire il territorio in modo libero e di gestire il nostro territorio: sostenendo la famiglia Papi sosteniamo anche i nostri diritti. Chiediamo risposte precise e la completa revisione del progetto Life Ursus, l’abbattimento di esemplari riconosciuti pericolosi, lo spostamento graduale della rimanente popolazione ursina e nel frattempo un controllo costante e a tappeto, un monitoraggio effettivo abbinato alla presenza di personale adeguato sul territorio”.
Gli ha fatto seguito Lorenzo Andreotti (Allevatori) che ha ribadito come “sia solo un caso che il primo a morire non sia stato un allevatore visto che noi siamo tanto sul territorio: vent’anni fa noi eravamo l’unica categoria contraria al progetto”. Non senza giudizi netti sullo spray anti orso (“una baggianata”) e l’inutilità di aumentare i forestali (“Fanno danni e a volte supportano l’orso”). In conclusione per Andreotti, spesso applaudito dalla sala, “non mi interessa come, ma gli orsi bisogna farli andare via, tra un mese noi saremo in malga e abbiamo paura”.
Quindi Gianni Battaiola (presidente Asat), ha messo al centro il tema della comunicazione: “È mancata informazione ma attenzione a non far passare all'esterno il messaggio che il nostro territorio è infestato dagli orsi. Siamo un territorio turistico. Dobbiamo informare il turista su quali sono le regole di come andare in montagna. Rispetto alla riduzione degli orsi, il mio pensiero è sparare a vista quando si vede un orso”.
Più moderato e pragmatico Alessandro Fantelli, imprenditore e consigliere di minoranza a Dimaro Folgarida: “Per uscirne dobbiamo diminuire i toni. Fuori dalla Val di Sole non capiscono la nostra rabbia. Troviamo una soluzione di mezzo per convivere con questi plantigradi. Dire ‘Via tutti gli orsi’ prende applausi, ma non è una soluzione praticabile. Prendiamo ad esempio la modalità americana di gestione dell'orso. Partendo dal fatto che avere nel bosco l'orso è un valore, giusto abbattere l'orso problematico e avere strumenti per farlo subito. A voi politici chiediamo strumenti per farlo”. Fantelli ha chiesto infine di poter avere lo spary antiorso, come professionista della montagna.
Quindi Giacomo Redolfi, sindaco di Mezzana, ha sottolineato: “Sulla sicurezza dei cittadini non transigiamo, è prioritaria rispetto a qualsiasi altro aspetto. Come amministrazioni della valle stiamo facendo un percorso istituzionale per fare in modo che tutte le amministrazioni siano compatte. Chiediamo strumenti certi e immediati per intervenire in caso di necessità e pericolo per la sicurezza operando nella legalità. Chiediamo la riduzione strutturale del progetto e un ricalibramento delle priorità dei cittadini rispetto all'ambiente”.
I rappresentanti politici di FdI, Andrea De Bertoldi si è posto il problema se “la caccia di selezione può essere un metodo risolutivo”, mentre Alessandro Urzì ha ribadito che “intervenire urgentemente, non vuol dire strage. Il bosco è la nostra casa, abbiamo la casa nel bosco. Noi abbiamo il compito storico di gestire il patrimonio naturale. Abbiamo allestito un tavolo di ascolto tramite la candidata Francesca Gerosa e non possiamo rinviare all'infinito il momento delle scelte. Un errore poi – ha detto Urzì - è stato inseguire tenacemente la soluzione capitale dell'unico orso che ormai non è più un problema, visto che è in gabbia, mentre il problema sono quelli sono fuori. Un accanimento che ha acceso gli animi degli animalisti e che rischia di trascinare nella polvere anche quella risorsa vitale del territorio che è il turismo. Dobbiamo abbassare i toni? No. Dobbiamo alzare i toni nelle sedi giuste, in Europa e in Parlamento”.
Quindi Alessia Ambrosi ha chiesto di “dare giustizia alla morte di Andrea, portando i ringraziamenti della famiglia che è andata a trovare prima della messa e dicendo che essa ‘si sente abbandonata’. L’uccisione di quest'orsa non risarcirebbe la morte di Andrea ma – ha detto Ambrosi - il numero va drasticamente diminuito anche con l'abbattimento. Tutti gli amministratori di governo hanno responsabilità”.
Infine l’europarlamentare Sergio Berlato ha definito “demenziale” il progetto Life Ursus. “Prima di proteggere orsi e lupi voglio proteggere le persone – ha detto - ricordando che “ci hanno raccontato storielle su Life Ursus, sul quale c'è grande interesse economico, con la convergenza tra interessi economici e ideologia animalista che non ha tenuto conto della situazione economica, sociale del territorio. Berlato ha spiegato poi il “diritto di vivere di questi animali, ma anche il diritto delle persone a difendersi. Non istigo nessuno a non rispettare la legge, finora siete stati troppo calmi e per questo vi ammiro. No alla giustizia fai da te, devono essere le istituzioni a risolvere il problema. Come? Piano di gestione, censimento, definizione del numero che può essere presente nel territorio antropizzato, gli altri rimossi, che non è spostarli”. Quindi Bruna Dalpalù ha ribadito la preoccupazione di Fiemme per il lupo. In conclusione di serata, i rappresentanti degli agricoltori hanno chiesto la “totale cancellazione del progetto Life Ursus”.