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Biciclettando nella natura, parola d’ordine divertimento!

sab 03 giu 2023 14:06 • By: Mita Valerio

Il 3 giugno è la giornata della Bicicletta. Ripercorriamo insieme la storia di questo mezzo di trasporto antico ed ecologico

La Giornata mondiale della bicicletta ricorre il 3 giugno ed è stata istituita nel 2018 dalle Nazioni Unite che ne hanno riconosciuto i benefici sociali come mezzo di trasporto e per il tempo libero.

Dopo la decisione e l'annuncio, il segretario generale dell'European Cyclists' Federation (ECF), Bernhard Ensink, ne ha delineato l’importanza in queste parole: “Il ciclismo è una risorsa dai benefici sociali, economici e ambientali - e riunisce le persone”.

La bicicletta è, senza ombra di dubbio, il mezzo di trasporto a due ruote più antico ed oltretutto ecologico col quale spostarsi in città e non solo. Qual è la storia della bici? Chi l'ha inventata? Ripercorriamo alcune notizie storiche interessanti che forse non tutti conoscono.

Per scoprire le sue origini dobbiamo fare un salto all’indietro fino al ‘700, quando in Francia fu inventato uno stranissimo mezzo di trasporto: il celerifero, che potremmo definire l’antenato dell’attuale bicicletta. Composto da due ruote collegate da un asse di legno, il celerifero si muoveva grazie alla spinta data coi piedi che dovevano poggiare a terra in modo alternato.

Dobbiamo poi aspettare gli anni ‘60 dell’Ottocento per ottenere un’innovazione fondamentale, fu in quegli anni, infatti, che in Francia fece la sua prima apparizione il velocipede. La caratteristica principale era l’applicazione dei pedali direttamente alla ruota anteriore, questo consentiva di non dover poggiare i piedi a terra.

La distanza che si poteva coprire con una pedalata era strettamente collegata alle dimensioni della ruota anteriore: più era grande e più la pedalata era “lunga”. Per questo motivo furono costruiti velocipedi, noti come penny-farthing, con una ruota anteriore molto grande, che per i ciclisti più alti poteva arrivare, addirittura, ad un metro e mezzo di diametro.

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I penny-farthing, però, erano anche pericolosi, perché se si cadeva da quell’altezza ci si faceva male.

La svolta avvenne negli anni ’80 dell’Ottocento, quando fu inventata la safety bicycle o “bicicletta di sicurezza”, che mostrava un'innovazione fondamentale: la trasmissione a catena. I pedali non erano montati sulla ruota anteriore, ma su una catena collegata alla ruota posteriore, che “trasferiva”, in questo modo, il movimento alla ruota.

La bicicletta ebbe successo in breve tempo, in origine era usata soprattutto dalla classe media che la considerava uno status symbol.

In molti Paesi nacquero associazioni, intorno al fenomeno della bicicletta, frequentate dalla borghesia, che avevano il compito primario di promuovere il turismo ciclistico. In Italia, per esempio, sin dagli anni ’80 nacquero i “veloce club” in molte città e nel 1894 fu fondato il Touring club ciclistico italiano (poi diventato Touring club italiano, perché iniziò a promuovere anche il turismo con mezzi a motore).

Col trascorrere del tempo, la bicicletta, da strumento ricreativo delle classi medie, divenne il mezzo di trasporto più usato dai ceti meno abbienti. Nei primi decenni del Novecento i cittadini benestanti iniziarono ad usare le automobili, mentre le classi popolari la utilizzavano per le esigenze quotidiane.

La sua diffusione, però, era diversa a seconda dei luoghi, generalmente nelle città era molto più usata rispetto alle campagne, dove continuava a prevalere il trasporto con animali.

L’uso della bicicletta come mezzo di trasporto favorì anche la nascita e la diffusione del ciclismo sportivo. Tra fine Ottocento e i primi anni del Novecento nacquero le rinomate corse “classiche” su strada che si corrono ancora oggi, come la Parigi-Roubaix, introdotta nel 1896, e la Milano-Sanremo, del 1907. Furono istituiti, inoltre, in quegli anni, i grandi giri a tappe, come il Tour de France (1903) e il Giro d’Italia (1909).

Il periodo d’oro della bicicletta, in Italia, fu l’immediato dopoguerra, ma in seguito esplose la motorizzazione di massa, all’inizio con i motoscooter (le celebri Vespa e Lambretta) e poi con le automobili. La bicicletta perse, per così dire, la sua attrattiva e iniziò ad essere considerata un mezzo meno attuale o un gioco per i bambini.

Nonostante questo, nella seconda metà del Novecento furono prodotti nuovi modelli. Fu negli anni ’70 che in California fu lanciata la mountain bike che si è poi diffusa in tutto il mondo. Dagli anni ’90, inoltre, è iniziata la produzione delle attualissime biciclette a pedalata assistita, anche dette e-bike, che montano un motorino elettrico che facilita la pedalata.

Da alcuni decenni si assiste, per fortuna, ad una rinascita della bicicletta, che oggi è usata da un numero crescente di persone.

Utilizzata prevalentemente per uso ricreativo, ma, soprattutto nell'Europa del Nord, anche per gli spostamenti quotidiani su brevi distanze. In Occidente, a differenza del passato, usare la bicicletta non è più una necessità, ma una scelta per uno stile di vita certamente più sano. I cittadini che si muovono in bicicletta spesso lo fanno per rispetto dell’ambiente e non perché non possono permettersi un’automobile.

In altre aree del mondo, come l'Asia, la bicicletta è, però, tuttora l’unico mezzo di locomozione a disposizione dei cittadini dei ceti meno abbienti.

E dopo aver scoperto o riscoperto la storia della bicicletta, non ci resta che approfittare della bella stagione per pedalare divertendoci respirando la natura a pieni polmoni!



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