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Bivacco Marinelli: quale ristrutturazione?

sab 09 set 2023 13:09 • By: Giulia Colangeli

La Sat critica nei confronti del nuovo progetto proposto dall"Asuc

Bivacco Marinelli (ph. Silvano Andreis)

MALÈ Sito a quota 2075m, sopra l"abitato di Bolentina e lungo la dorsale del Cimon omonimo, il Bivacco Marinelli fu costruito nel 1993 e intitolato alla guida alpina Dino Marinelli, prematuramente scomparso sul Campanile Basso.

Una struttura essenziale, spartana: pochi posti letto, nessuna stufa né ampie finestre, un solido tetto a garantire riparo in caso di necessità , la vista mozzafiato che abbraccia l"alta Val di Non, il Monte Peller, il Sasso Rosso e le Dolomiti di Brenta al seguito, le prime vette dell"Adamello e una remota ma inconfondibile Presanella.

Per lungo tempo la vociferata idea di ristrutturazione è rimasta sospesa tra le indiscrezioni di privati, ma recentemente la conferma del rifacimento è giunta in via ufficiale e ha scatenato la fantasia di chi, pur non prendendo visione del progetto, si è voluto esprimere in merito.

Abbattimento e rifacimento totale, ampliamento fuori misura, vetrate panoramiche? E a opera di chi?

"Il bivacco è di proprietà dell"Asuc" spiega Livio Noldin, direttore dei lavori presso l"Ufficio Rifugi della Sat: "Nel tempo la Sat di Malé ne ha garantito la gestione e il controllo, la pulizia, la manutenzione minima in qualità di volontari. Nelle decisioni che riguardano eventuali rifacimenti e finanziamenti l"Asuc è autonoma, con un passaggio formale in Comune e in Provincia per chiedere finanziamenti e rendere pubblico il progetto".

La domanda di approvazione in provincia è già stata fatta dall"Asuc di Bolentina, per un finanziamento di 80.000 euro: "Abbiamo chiesto qualche modifica, ora aspettiamo risposta" conferma Vincenzo Ciatti, presidente dell"Asuc.

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"Non si farà una cosa esagerata. Vogliamo ampliare un po" la struttura, sistemare i serramenti in legno" prosegue: "Sarebbe di 13 o 14 metri quadri, e con la stufa per chi vuole scaldarsi".

Per definire i ruoli, invece "bisogna sedersi a tavolino" aggiunge Ciatti: "Entro il 12 è necessario risolvere il coinvolgimento della SAT, con riunioni del direttivo Asuc".

Previo appalto pubblico per i lavori, resta da capire il peso effettivo della Sat di Malé. In data 6 settembre il direttivo si è riunito per adottare una linea comune e ne è emersa una ponderata contestazione, dopo settimane di opinioni contrastanti in seno alla società stessa: la direzione non ravvisa nel progetto di ampliamento alcuni elementi definiti "cardine, imprescindibili", quali l"essere "in armonia con l"ambiente circostante" e "parte di un piano di sviluppo preciso e dettagliato della zona", in sinergia con altri enti del territorio.

Dunque, nonostante l"opinione della Sat non vincoli in alcun modo le decisioni dell"Asuc, l"espressione di disaccordo risulta netta; le responsabilità della Sat sembrerebbero appartenere a un"area grigia di piccole opere di manutenzione e gestione del bivacco a prescindere dalla sua ristrutturazione.

Ma quale ruolo vorrebbe detenere la sezione di Malé?

Flavio Dalpez, presidente, si esprime in merito sottolineando la necessità di "risolvere le storture nella proprietà " e la mancata comunicazione da parte dell"Asuc.

"Avrebbero dovuto parlare con noi del progetto, noi e chi nel 1993 c"era a costruire il bivacco, chi negli anni ci ha lavorato. Non mi sembra avesse bisogno di abbattimento e cubatura, ma vogliono abbatterlo e rifarlo il doppio e nessuno ci aveva detto niente".

Il progetto fu consegnato in primavera al Comune di Malé, che al momento resta silente, da parte dell"Asuc e senza coinvolgimento iniziale della Sat: "Siamo dovuti intervenire e abbiamo riunito il direttivo per trovare una linea comune. Tutto è iniziato due anni fa, con una copertura in larice avariata che doveva essere cambiata" continua Dalpez, evidenziando un progetto originale diverso da quello che sembrerebbe essere in attesa di approvazione.

"Per noi ora il discorso è chiuso, se il Comune dà la licenza trarremo le nostre conclusioni. Resta il fatto che molti esempi di bivacchi rifatti non sono edificanti, c"è sempre chi se ne approfitta e fa danni. Per non parlare dell"impatto ambientale: se c"è una stufa va pulita, va portata la legna. Chi se ne occupa? Si chiama l"elicottero? E perché mettere in campo queste risorse per un bivacco? Sono impronte che lasciamo e già la Val di Sole ha pagato lo scotto. Di questi tempi i discorsi ambientali vanno affrontati, non dico la gerla o il dorso di mulo, ma se bisogna fare queste scelte"¦".

Un ruolo non scritto è quello che sembrerebbe cercare la Sat, un coinvolgimento umano che dà più valore alle mani in pasta rispetto alle carte in regola o alle proprietà ; in attesa della resa pubblica dei progetti, rimangono oscure le reali fattezze del futuro bivacco.

Su un dettaglio non ci sono ombre: rimarrà dedicato a Dino Marinelli.



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