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In bici sulla Trento-Malé: la voce dei lettori

ven 15 mar 2024 10:03 • By: Alberto Mosca

Il caso dell'insegnante di Monclassico pubblicato ieri dalla nostra testata ha scatenato un vivace dibattito

MALÉ. La lettera inviata ieri da una lettrice alla nostra redazione ha scatenato sulla nostra pagina un vivace dibattito.  Riepiloghiamo i fatti: la donna, un’insegnante, residente a Monclassico, prende la bici per arrivare alla locale stazione della Trento- Malé e lì sale con il permesso del capotreno, legando la bici agli appositi stalli; nel momento del ritorno, a Trento il capotreno di turno le proibisce di salire sul treno con la bici dato che fino ad aprile il servizio è sospeso; allora, un secondo capotreno acconsente a farla salire sul treno successivo, con un ritardo di circa tre quarti d’ora, ma un comunque, seppure sofferto, lieto fine. E per leggere tutta la storia, (clicca qui)

Insomma, al di là delle regole stabilite, una bella confusione. I nostri lettori nella gran parte hanno preso le difese della protagonista di questa disavventura, notando proprio questa difformità di giudizi, tali da portare in confusione l’utente, con l’aggiunta di “poca sensibilità e buon senso”. Anche se munita di bici, lasci una persona a Trento con una bici a terra, con la notte in arrivo?

C’è chi poi ha fatto notare i termini del regolamento vigente: in effetti dal 27 novembre 2023 fino al 12 aprile 2024 il trasporto biciclette è sospeso.

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Ma allora, perché ci sono treni allestiti per le bici, perché c’è chi acconsente a far salire le bici sapendo che non è periodo? Perché l’utente deve subire queste difformità di azione del personale?

E poi: vedendo l’andamento delle stagioni, non si potrebbe aggiornare le tempistiche o meglio ancora prevedere l’uso della bicicletta tutto l’anno?

Come chi fa notare che “tutti i treni dovrebbero esser provvisti di posto bici durante tutto l’arco dell’anno! Inutile dopo lamentarsi che non ci son pendolari che prendono il treno usufruendo di questo servizio. Si potrebbe alleggerire la viabilità su gomma! Ci son treni che viaggiano vuoti!”.

In generale poi, c’è chi osserva come “purtroppo la mobilità green è ostacolata dalla burocrazia e dalle regole assurde che non si adattano alle necessità, si passa da un capotreno indisponibile e menefreghista ad un altro disponibile ad adeguarsi alle esigenze dei passeggeri. Il singolarismo la fa da padrone perdendo l’obiettivo che un SERVIZIO pubblico deve dare”.

C’è chi poi propone l’immancabile paragone con quanto succede nella Provincia di Bolzano: “Il servizio di Trentino Trasporti è inutile perché non fa concorrenza ai mezzi privati, in Alto Adige ogni località della provincia è collegata alla rete ferroviaria con un autobus ogni ora in orario feriale e ogni 2 ore in orario festivo. Trentino Trasporti garantisce in media 3 corse ad ogni località e spesso in orari riservati agli studenti o lavoratori con sospensione del servizio in diverse località in giornata festiva”.

C’è quindi chi racconta un episodio analogo: “Stamattina ho preso lo stesso treno della signora e a Trento è scesa una ragazza accompagnata della sua bici. Visto che in treno hanno sostituito i porta sci con i porta bici, ieri a Trento ho chiesto pure io se si poteva salire con bici. Mi è stato risposto "aprile". Perché allora ci sono i porta bici? Oggi sono di nuovo sul diretto delle 17.18 Tn-Malé e a Mezzocorona ferrovia sale un ragazzo con bici. Mi chiedo... perché la signora di Monclassico è stata lasciata a terra?”.

Appunto: ci sono regole, si facciano rispettare, magari cambiandole se sono evidentemente superate. Ma che ognuno faccia come gli pare anche no, pena creare confusione e disagio nei (pochi) utenti della ferrovia, scoraggiando pure quelli che magari il treno lo prenderebbero più spesso.



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