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Cara Santa Lucia...

dom 13 dic 2020 10:12 • By: Alberto Mosca

Breve storia della santa siracusana, tra iconografia e tradizione popolare

Maestro della Madonna Castelbarco, Comunione e seppellimento di Santa Lucia. Fondo, chiesa di Santa Lucia, 1380

Amata dai bambini dalla Sicilia alla Svezia e all'Ungheria, oltre che nella nostra regione, tra ieri e oggi Santa Lucia fa loro visita per portare dei doni, accompagnata dal fedele asinello.

Originaria di Siracusa, Lucia morì martire sotto l’imperatore Diocleziano nel 304. Il suo culto ha ispirato numerose tradizioni in tutta Europa, sorta di corrispondente femminile di San Nicolò da Myra/Bari, oltre che invocata per guarire dalle malattie degli occhi, legando questo attributo al nome stesso della santa, che appunto richiama la luce. Come Nicolò, Lucia fu esempio di aiuto e generosità verso i poveri e i bisognosi. La tradizione racconta come, per illuminare la strada nel buio, tenesse una corona di candele in testa, in modo da avere le mani libere e portare più doni possibile, oltre che simbolo del suo portare luce e speranza nell'oscurità, anticipatrice della luce del Natale.

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A partire dal Trecento l’iconografia veicolò questa tradizione, raffigurandola mentre tiene in mano, o su un piatto o un vassoio, i propri occhi. Tra gli attributi iconografici della santa vi sono anche la palma del martirio, la spada e le fiamme, simbolo delle torture subite.

Ma la luce di Lucia si lega anche alla tradizione popolare per cui la notte della santa sarebbe la “più lunga che ci sia”, simboleggiando un trionfo della luce sull’oscurità.

Ma se questo non è più vero oggi, dato che il solstizio d’inverno cade il 21-22 dicembre (in questo 2020 il 21 alle 11.02) corrispondeva a verità prima della riforma gregoriana del calendario, avvenuta nel 1582 a opera di papa Gregorio XIII. Prima di allora il solstizio cadeva proprio tra il 12 e il 13 dicembre, alimentando e giustificando la tradizione popolare che ancora oggi vive nel detto.

Giovanni e Battista Baschenis, Santa Lucia. Cusiano, chiesa di Santa Maria Maddalena, 1471-1497

Con la riforma del calendario si passò direttamente dal 4 ottobre al 15 ottobre, togliendo quindi i 10 giorni di sfasatura accumulati negli oltre 10 secoli precedenti. Il solstizio passò così al 21-22 dicembre ma la festa della Santa rimase sempre al 13. 

Inoltre, va precisato che nell'intorno del 13 si ha effettivamente una riduzione delle giornate, che vedono tramontare il Sole sempre prima. Al Solstizio il sole tramonta generalmente già 3 minuti dopo rispetto a Santa Lucia, ma è l'alba che ritarda il suo arrivo. Insomma, anche se il sole tramonta dopo, esso resta sopra l'orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno 13. Nel giorno del solstizio d'inverno inizia ufficialmente l'inverno astronomico nell'emisfero boreale (e l'estate in quello australe), mentre quello meteorologico prende avvio il 1 dicembre.



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