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Domani in prima serata su Rai 1 la storia di Chiara Lubich

sab 02 gen 2021 16:01 • By: Lorena Stablum

La fondatrice del movimento dei Focolari fu maestra a Castello di Pellizzano

Sarà trasmesso domani (domenica 3 gennaio) in prima visione su Rai 1, in prima serata, il film tv “Chiara Lubich. L’amore vince tutto”. Dedicato alla fondatrice del movimento dei Focolari (Trento 1920 - Rocca di Papa 2008), nel centenario della sua nascita, il film è prodotto dalla Eliseo Multimedia di Luca Barbareschi e Rai Fiction, diretto da Giacomo Campiotti, interpretato da Cristiana Capotondi e vede la collaborazione di Trentino Film Commission e il sostegno della Fondazione Museo storico del Trentino. Girato per la maggior parte in Trentino, fra il capoluogo, Rovereto, Pergine Valsugana e il Primiero, oltre che a Roma e Viterbo, il tv movie traccia il ritratto di una donna libera, appassionata e coraggiosa e ne racconta il percorso spirituale e umano partendo da una Trento del 1943, oltraggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. È qui che la giovane Silvia, che solo più tardi diventerà nota al mondo con il nome di Chiara, si sente chiamata a costruire un mondo migliore, più unito e a farsi testimone della fratellanza universale come presupposto di dialogo e pace tra gli uomini.

Autoroen Aprile

Chiara nella sua vita ha toccato diversi luoghi del Trentino. Il ricordo del suo passaggio e dei suoi insegnamenti rimane vivo ancora oggi anche nella comunità di Castello, la piccola frazione di Pellizzano dove una giovanissima Silvia giunse, appena diciottenne e fresca di diploma magistrale, per affrontare il suo primo anno d’insegnamento. Era l’ottobre del 1938. Ad accompagnarla nel viaggio dalla città natale al paesino arroccato sulle montagne della Val di Sole c’era il padre Luigi. Qui Silvia aveva ottenuto la sua prima supplenza in una pluriclasse di 43 allievi, tra bambini e bambine, dalla prima alla quinta elementare.

Fu accolta dal parroco di allora don Francesco Marcolla che le trovò sistemazione nella casa del sagrestano. Nel periodo passato a Castello la giovane maestra riuscì a conquistare i cuori dei suoi alunni e a farsi apprezzare da tutta la comunità per la semplicità e la franchezza dei suoi modi, la passione e l’entusiasmo che metteva nel suo lavoro e per lo spirito cristiano che l’animava. Ben presto Silvia divenne una valida aiutante per don Marcolla e grazie a lei prese nuovo slancio l’Azione cattolica. A giugno, finito l’anno scolastico, Silvia lasciò il paese dove non tornò più, ma dove mantenne vivo un legame d'amicizia con alcune sue allieve. Nell’anno scolastico 1939-40 ottenne una supplenza nella vicina Varollo, a Livo, e poi a Cognola alla scuola degli orfanelli dell’Opera Serafica dove insegnò fino al 1943 quando avvertì una decisa chiamata interiore a scegliere Dio come unico ideale della sua vita.


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