Società Val di Sole

Chiesa e profezia

La profezia è davvero scegliere e scegliere con un certo coraggio

Chiesa e profezia

Mi viene da dire che questi sono tempi in cui la Chiesa manca di profezia. Vive nella prudenza forse perché non vuol che qualcuno si scandalizzi. Ma il vero scandalo è la prudenza, il non prendere una posizione chiara su tanti argomenti.

Sulla guerra sì, c’è da tempo una presa di coscienza chiara e coraggiosa: non ci sono guerre che possono essere condivise, non ci sono guerre giuste. Ogni guerra è uccidere parte dell’umanità e anche cercare di far fuori il suo creatore. L’opinione non mi pare però condivisa da tutti i cristiani. C’è ancora chi ha voglia di far fuori coloro che la pensano in modo diverso, che non conoscono la “nostra” democrazia. Ma forse gli anni che passano porteranno qualche cambiamento. E speriamo che non sia troppo tardi.

Intanto occorrerebbe dare un nome sensato alla pace. Voglio dire che le persone sensate non chiamano pace una terra distrutta, senza acqua, senza ospedali, senza scuole… Più che pace è negazione della dignità umana! Ma la Chiesa (e parlo particolarmente di parte della gerarchia) fa fatica ad ascoltare i laici, a capire le loro richieste.

Pensiamo solo un attimo al ruolo delle donne nella chiesa. Francesco aveva cominciato ad aprire qualche porta. Anche papa Prevost sembra camminare su quella strada. Ma, a mio avviso, occorre uno slancio maggiore.

Seguendo quanto insegna il Concilio Vaticano II occorre riscoprire l’uguale dignità che ci è donata dal battesimo. E in questo senso sarebbe bene non chiamare o non credere che il prete sia “capo” di una parrocchia o di una qualsivoglia istituzione. Capo perché rappresenta Cristo, nei sacramenti agisce nel nome di Cristo.

In futuro toglierei la figura del parroco dalla guida delle parrocchie e al suo posto metterei alcune persone, donne e uomini, che si interessano e propongono percorsi pastorali. Il prete non sarà, naturalmente, cancellato. Agirà con gli altri e avrà la responsabilità di celebrare i sacramenti.

Anche qui, un po’ arditamente, mi chiedo: ma data la scarsità di preti, là dove non può arrivare, i fedeli laici devono rimanere senza eucaristia?

Un’ultima annotazione vorrei fare, e riguarda la prima esortazione apostolica di papa Leone XIV, Dilexit vos. Concordo con il presidente dei vescovi italiani, Matteo Zuppi, secondo il quale «in un tempo dove nuove fragilità si aggiungono a quelle profondamente radicate in una società sempre più diseguale e ingiusta, questo documento mette al centro gli scartati, gli ultimi, coloro che non hanno voce e volto, invitando la Chiesa e i cristiani a fare una scelta di campo...».

La profezia è davvero scegliere e scegliere con un certo coraggio.