CLES. Serata indimenticabile quella dello scorso 17 novembre, grazie all’iniziativa proposta dagli oratori di Rumo e Cles nell’ambito del Piano Giovani di zona “Fuori del comune”. Una serata che ha visto protagonista Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la studentessa assassinata dall’ex fidanzato, in un incontro all’auditorium del liceo Russell di Cles esaurito: la partecipazione è stata enorme, con quasi mille persone coinvolte, tra cui moltissimi giovani, fra coloro che erano presenti in auditorium e coloro che si sono collegati in diretta streaming in varie sedi a Cles, Tuenno e Rumo. Il titolo del percorso di sensibilizzazione, “Mai più” ci porta a guardare verso un futuro senza violenza, che però, a giudicare dai numeri delle vittime di violenza, è ancora lontano.
La serata, aperta dai ringraziamenti e dall'intervento della sindaca di Cles Stella Menapace e di Alberto Nicolodi per l’oratorio clesiano, ha affrontato temi importanti e molto delicati, come le problematiche di una società che è ancora improntata al patriarcato: “Dobbiamo aiutare i ragazzi a vedere le donne al loro fianco e non dietro di loro” queste le parole di Gino Cecchettin, che, intervistato sul palco dal giornalista Alberto Mosca, dopo la tragica morte della figlia è riuscito con coraggio e resilienza a trasformare il suo grande dolore in amore per la figlia e in una forza che adopera per portare in alto il suo ricordo e guardare a un futuro in cui “l’amore basta a se stesso”, senza violenza né gelosia.
Cecchettin racconta il suo dolore, ma racconta anche la grande forza che l’amore per Giulia gli ha donato, poiché “l’amore è l’antidoto contro la violenza”.
Durante la serata Gino Cecchettin ha parlato di temi importanti, come l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, che potrebbe adempiere egregiamente al compito di colmare tutti i vuoti lasciati nei ragazzi a causa della mancanza di educazione da parte delle famiglie, luogo in cui si verifica l’80% delle violenze.
Cecchettin ha poi rivolto un appello ai genitori, consigliando di passare più tempo possibile coi propri figli, ma che sia tempo di qualità, che permetta loro di conoscerli davvero e comprenderli a fondo, impegnandosi nell’instaurare una relazione sana con loro.
Impegno che egli ha riversato nel libro “Cara Giulia” e nella nascita della Fondazione “Giulia Cecchettin”, che lotta per contrastare la violenza di genere e sostiene centri antiviolenza.
Cecchettin inoltre ha ribadito il fatto che queste associazioni possono poco se la società non collabora per raggiungere obiettivi comuni, sottolineando come istituzioni, scuola e famiglia devono cooperare. Cecchettin consiglia ai giovani non solo di studiare per riconoscere stereotipi e pattern tossici, ma anche di sognare, di prendersi del tempo per pensare ciò che si vuole essere e di trovare la propria strada, anche se ciò dovesse voler dire cambiarla in corso d’opera, come ha fatto la sua amata Giulia.
L’invito finale è anche quello più importante: Cecchettin ci ricorda che l’amore basta a sè stesso e che deve essere privo di qualsiasi tipo di gelosia, possesso e soprattutto, violenza.
Concetti ed emozioni che in chiusura sono stati ripresi e riassunti dall’assessora alla cultura dle Comune di Rumo, Arianna Pedri, in rappresentanza dell’oratorio di Rumo e della sua presidente Rita Torresani.

