Sono trascorsi 164 anni dal primo censimento effettuato in Italia, era la notte tra il 1861 e il 1862, un’epoca che ormai sembra lontana anni luce da quello a cui siamo abituati oggi.
Il primo censimento cadeva in un periodo storico particolarmente significativo, solo nove mesi prima c’era stata la nascita del Regno d’Italia.
Il censimento rappresenta uno strumento indispensabile, sia all’epoca, ma potremmo dire ancor di più oggi, per fotografare la situazione di un paese in un dato momento ed in maniera più dettagliata possibile. Gli italiani venivano così suddivisi in base all’età, al sesso e allo stato civile. Il promotore dell’iniziativa fu il ministro dell’Agricoltura di quel tempo, Filippo Cordova. I dati ottenuti dal censimento della popolazione risultano fondamentali nella ricerca scientifica, sono necessari, inoltre, per le imprese in modo che possano predisporre le loro strategie di mercato.
Quante cose sono nettamente mutate dal 1861, il mondo è radicalmente cambiato, basti pensare all’invecchiamento della popolazione al quale assistiamo soprattutto negli ultimi anni. Il primo censimento, invece, ci mostrava un’Italia con un alto tasso di natalità, fatta perlopiù di giovani: l’età media era di 27 anni, i bambini con meno di dieci anni erano circa un quarto della popolazione. Potremmo affermare che era quasi l’opposto della situazione attuale, gli abitanti over 70 in quell’anno erano in una percentuale ridottissima.
Da allora in poi ogni dieci anni è stato effettuato il censimento della popolazione italiana, a parte alcune eccezioni come ad esempio il 1891, non svolto a causa di difficoltà finanziarie e il 1941 per la Seconda Guerra Mondiale in corso. Nel 1921, avvenne una modifica sostanziale: la realizzazione del censimento passò dai singoli Comuni all’Istat, l'Istituto di statistica nazionale.
Nel 1951 ci fu il primo censimento dopo l’avvento della Repubblica ed il primo durante il quale furono censite anche le abitazioni.
Da ricordare anche il 1971, in quell’anno il censimento per la prima volta comprendeva uno specifico censimento dei gruppi linguistici di Trieste e Bolzano con questionario tradotto appositamente anche in lingua tedesca. Altra modifica di una certa rilevanza è stata quella effettuata nel 2011, quando i questionari divennero compilabili anche tramite internet.
Passando all’attualità, quello che l’Istat sta realizzando nell’ultimo periodo e sul quale ha investito già da diversi anni è il censimento permanente, attualmente in corso.

