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"Va là siora... "

gio 27 ago 2020 • By: Alberto Mosca

Val di Non: non solo e molto di più che Tovel e San Romedio

Cles, qualche giorno fa, esercizio pubblico, in attesa di pagare alla cassa.

“Scusi signore – dice una coppia fiorentina davanti a me – mi può consigliare qualcosa di bello da vedere in Val di Non?”

Risposta: “Va là siora, una volta che avete visto San Romedio e il lago di Tovel, non c’è altro!”.

Episodi come questi ci devono far riflettere. La Val di Non ambisce ad un turismo di qualità, attento alla cultura, all’anima dei luoghi e del popolo, a misura di famiglia, connesso all’agricoltura e alla gastronomia. Ma per riuscire nell’intento ognuno di noi ha il compito di essere promotore del territorio, sponsor, agente, corretto punto di riferimento per chi chiede informazioni. Altro che “Va là siora…”.

Un’affermazione smentita dalla quantità e dalla qualità di risorse culturali e naturali presenti in Val di Non: risorse per un’economia che mette il territorio al centro.

Facciamo un elenco? Sarebbe troppo lungo, accontentiamoci di citare, oltre a San Romedio e Tovel, ovvie punte di diamante di un gioiello comunque molto più ricco: almeno 5 castelli musealizzati e molti altri in stato di rudere e comunque visitabili, spesso panoramici; decine di chiese, contenenti capolavori d’arte che vanno dal medioevo alla contemporaneità; alcuni eremi, i fratelli minori di San Romedio; un Museo Retico, dedicato alla nostra storia più antica; palazzi storici musealizzati anche con allestimenti dedicati alla cultura contadina e al folklore; malghe, rifugi, passeggiate ed escursioni, laghi e canyon; ultima arrivata, la splendida valorizzazione del Lago di Santa Giustina alle Plaze…

E se vogliamo rimanere a Cles, teatro di questa commedia, lo straordinario Palazzo Assessorile, anche in questi giorni sede di una straordinaria mostra “fatta in casa”.

No “siora”, la Val di Non è molto di più di Tovel e San Romedio. Sarebbe ora che ne convincessimo tutti.


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