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Turismo: tempo di rinascita

gio 08 ott 2020 • By: Sandro de Manincor

Nel dopo Covid, va portata al primo posto la parola qualità

L’estate sta finendo, e un anno se ne va! Cantavano i Righeira negli anni Ottanta, e certamente nel pieno della spensieratezza e dello spreco di quel periodo nessuno avrebbe mai immaginato che, pochi anni dopo, avremmo dovuto fare i conti con una estate da brividi. Non certo per le temperature ma per quello che qualcuno ha definito la “terza guerra mondiale”.

Un virus, un maledetto virus, che ha stravolto il mondo e le abitudini consolidate, le certezze e i trend delle nostre amene zone turistiche, ed un’economia tutta tesa esclusivamente alla crescita economica e al consumo. Sono state queste, infatti, le basi dei grandi numeri e delle percentuali sempre con il segno più trionfalmente sbandierate per qualche anno alla fine di ogni stagione turistica. Ma ora “Big Ben” ha detto stop. Distanziamento fisico, sicurezza, sanificazione sono diventate le parole d’ordine, a volte eccessive, che hanno prodotto mani spellate dai detergenti e un mondo mascherato, senza più sorrisi da dispensare, baci inviati, parole sussurrate. Viaggi limitati e frontiere chiuse, pena tamponi e quarantena, a dare l’ultimo colpo a quella enorme voglia di libertà da fine lockdown. Tutte cose che prefiguravano giustamente una catastrofe per il movimento turistico delle nostre valli. Ma, leggendo ciò che emerge dal nostro forum di questo mese, tutto dedicato al turismo di questa pazza estate, si tira quasi un sospiro di sollievo. Il danno c’è stato, eccome, ma inferiore al previsto, con gli italiani che hanno sopperito alla carenza di stranieri e un agosto da tutto esaurito come non si vedeva da anni. E la motivazione pare sia proprio nel senso di sicurezza che la montagna offre con i suoi ampi spazi, la natura, la pace e l’aria pura, anche se questo fa a pugni con le code viste nei punti più di moda e più pubblicizzati del nostro territorio, con i parcheggi selvaggi, e con le malghe, o finte tali, a distribuire pasti su più turni.

Se quest’anno, per forza, ciò ha permesso di limitare i danni economici e fatto scoprire la montagna a persone normalmente avvezze a sabbia, lettini e ombrelloni, è altrettanto vero che più di uno ha storto il naso e se ne è andato con una immagine certamente negativa. Ecco allora la grande occasione per ripensare il nostro turismo con uno sguardo sul futuro e una offerta più attenta a certi valori. D’ora in poi i turisti programmeranno, infatti, le loro vacanze con consapevolezza cercando sicurezza, genuinità, sport e natura, cultura e tradizioni e forse anche un po’ di lentezza e silenzio. Tutte cose da vendere a caro prezzo. E per questo sceglieranno quelle destinazioni che vogliono crescere e rinascere nel segno della sostenibilità.

Una rinascita che deve prevedere al primo posto la parola qualità, delle strutture e dei servizi, della gestione dell’ambiente e del paesaggio, delle infrastrutture, fino a quella della nostra storia e dell’enogastronomia. Gli esperti ci dicono che la pandemia ci fa pensare che probabilmente il turismo di massa andrà in esaurimento ed è per questo che serve ripensare un nuovo modello e riposizionare l’offerta. Non è certamente facile e ha bisogno di un po’ di tempo, ma serve un grande sforzo di tutti per iniziare questo inevitabile processo. Un processo non solo fisico e strutturale ma, soprattutto mentale, che vede coinvolti sia gli operatori turistici sia gli amministratori e tutti gli altri attori economici che, volenti o nolenti, vivono sull’indotto del turismo. Un processo che deve essere “vero” e non solo di facciata, genuino e rispettoso, senza inseguire facili successi con scorciatoie che inevitabilmente saranno smascherate. Solo così e assecondando le “nuove” esigenze dei turisti si potrà anche destagionalizzare vendendo esperienze emotivamente coinvolgenti anche in autunno (il vicino Alto Adige insegna), quando ora, da noi, già è tutto chiuso. Il valore di vendita della qualità e la distribuzione sul territorio e nelle stagioni, farà tornare i conti e sarà un’occasione di arricchimento veramente sostenibile. I grandi numeri tutti insieme lasciamoli invece ai like che riceveremo sui social tanto di moda.


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