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Che vita da cani!

mer 18 nov 2020 • By: Sandro de Manincor

Gli animali vanno rispettati non umanizzati

L’ho rivista recentemente passeggiando in città. Distinta ed elegante, con movimenti lenti e, soprattutto, con al guinzaglio, tempestato di perline, il cagnolino (o cagnolina) con il cappottino firmato e la regolare mascherina. Sensibile certo alle norme di sicurezza per la pandemia, ma alquanto “eccessiva” nel comportamento. Sia ben chiaro che ognuno può fare ciò che vuole, ma sono sicuro che la signora in oggetto considera il proprio animale domestico al pari, o addirittura superiore, ai suoi simili della razza umana. E pare che ciò sia molto diffuso.

Un italiano su due preferisce, infatti, la compagnia del suo animale domestico a quella delle persone e giura di sentirsi capito di più dal proprio cane o gatto. Che gli animali, tutti, vadano rispettati e protetti è cosa certamente di buon senso, e che verso di loro si debba nutrire affetto anche per l’importante ruolo che hanno sempre ricoperto è altrettanto ovvio, ma “umanizzarli” penso sia eccessivo. Lo ha ricordato qualche anno fa perfino il Papa stigmatizzando il comportamento di chi riversa tanto amore verso cani e gatti e trascura invece i propri fratelli, suscitando non poche polemiche. E lo aveva già scritto Jean- Paul Sartre che diceva: «Quando amiamo molto gli animali, li amiamo a spese degli uomini». Mai il contrario, verrebbe da pensare, con uomini che fanno “una vita da cani”. Certo che a leggere storie di animali che si immolano per il loro padroncino, a sguardi compassionevoli, a gesti di fedeltà assoluta, viene da pensare e ci si commuove, interrogandoci sulla crisi di valori che invece attraversa il genere umano e che la grande catastrofe di questo periodo ha accentuato in maniera inesorabile. Quello che mi stupisce è che la maggioranza di noi è sensibile a questi sentimenti, ma non li concretizza nei confronti del cucciolo o dell’adulto dell’uomo. Oggi cani, gatti, pappagalli, conigli, tartarughe, serpenti, rettili, con i loro musi simpatici che possiamo apprezzare sulle pagine del nostro forum, per molti sono diventati parte integrante della famiglia, e dovrebbero esercitare anche ruoli importanti per la sicurezza e il benessere degli uomini. E basterebbe rispettare il loro essere permettendo loro di comportarsi “normalmente” secondo la loro indole e istinto, e utilizzare al meglio le loro doti, così preziose per l’organizzazione sociale. Siano essi cani antidroga o semplice compagnia per gli anziani.

Non serve quindi dedicare tutte le risorse a un rapporto totalizzante con i nostri amici pelosi, ma riservarne invece una parte a migliorare noi stessi e dedicarci un po’ alla sofferenza dei nostri simili, anche se ciò è decisamente più difficile e impegnativo e non si risolve con un pugno di crocchette. E sono convinto anche che un po’ di amore e libertà gioverebbe pure ai nostri tanto amati cuccioli, diffondendo la cultura del rispetto per gli animali e condannando con fermezza chi gli animali li maltratta o addirittura, terminata l’ebbrezza del cucciolo da esibire, li abbandona. Perché è fondamentale che non vengano maltrattati, ma siamo sicuri che trattarli come esseri umani li renda felici? Ho l’impressione che il cagnolino di quella signora correrebbe ben più volentieri nel bosco, senza cappottino e mascherina. Perché, come diceva Alan Alexander Milne: «Alcune persone parlano con gli animali. Poche persone però li ascoltano. Questo è il problema». 


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