mar 25 feb 2020 • By: Sandro de Manincor
Il vero problema non è il virus, ma la troppa informazione
Che delirio! Fra fake news, panico ingiustificato, e provvedimenti estremi, siamo riusciti a bloccare tutto e di più. Il Covid-19, più noto come Coronavirus ha paralizzato l’intera nazione e anche nelle nostre valli si è assistito a scene incredibili. Certo, la paura dell’untore rimanda ad antiche storie di terrore, e se questo viene dalla lontana e misteriosa Cina, con il suo bagaglio di incognite e di leggende, tutto si amplifica. Fosse arrivato dalla vicina e precisa Svizzera, sarebbe stato così il sentore collettivo?
Va detto che le patologie causate dal virus in questione sono in realtà paragonabili a una influenza un po’ tosta che purtroppo diventa deleteria per chi già soffre di uno stato di salute precario, e che comunque, pur di salvare anche una sola vita umana, si deve fare tutto il possibile e attivare tutte le precauzioni. Da lì, a fare terrorismo mediatico, un po’ di spazio c’è. I numeri fra l’altro, e per fortuna, sono abbastanza bassi e nemmeno paragonabili a qualsiasi altra patologia e/o causa di malattia. Ciò nonostante uno screening vastissimo e unico nei Paesi europei (quattromila tamponi in Italia contro i quattrocento della Francia ad esempio). E perché per l’influenza “normaleâ€, quella che ogni anno solo in Italia contagia qualche milione di persone e causa migliaia di morti, non si attiva un bordello del genere? Le precauzioni dovrebbero essere le stesse, ma anzi, in quel caso proliferano pure i “no vaxâ€, gli stessi che ora magari si lamentano del fatto che non si è individuato ancora il rimedio.
Ma il vero problema non è certo l’epidemia o la pandemia, ma l’info-demia, con un proliferare abnorme di informazioni, spesso non controllate e vagliate accuratamente. Insomma, non si sono prese le precauzioni di lavarsi bene le mani che battono sulla tastiera, e nemmeno quella di non toccarsi il cervello. E allora, anche nelle nostre tranquille e sicure valli, tutti con le mascherine, tranne quelle di carnevale, lezioni chiuse, riunioni annullate, sport paralizzato, disdette turistiche, aziende bloccate e via di corsa a svuotare i supermercati, per autoisolarsi in casa, a incrementare il traffico internet. Senza alcun contatto, naturalmente, e con la paura dell’untore dal colpettino di tosse. Perché? Una paura ingiustificata e un danno economico, sociale e culturale enorme. Ora, con le notizie dell’ultima ora si sta facendo marcia indietro, ma oramai il delirio è partito, lasciando campo libero anche a delinquenti e sciacalli che ne aprofittano.
Chi si sposta, in compenso, trova poco traffico, e per questo la mia idea era di andare a Roma dove si inaugurerà presto la maxi-mostra dedicata a Raffaello Sanzio, il pittore più amato del Rinascimento, nel cinquecentenario della morte, avvenuta a 37 anni, ironia della sorte proprio per una febbre misteriosa. Keep calm e stop alla psicosi, please!
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