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La lunga marcia dell’Autonomia

mer 31 ago 2022 • By: Alberto Mosca

Con lo Statuto del 1972 trovò conclusione un obiettivo politico-istituzionale vivo fin dall’Ottocento

Cinquant’anni fa, con il secondo Statuto di Autonomia, il Trentino raggiunse, seppure “giocando di sponda”, un obiettivo politico inseguito fin dai primi anni del “secolo austriaco”.

Quando parliamo del secondo statuto, solitamente abbiamo subito in mente una sorta di “rivoluzione copernicana” per la quale la Regione autonoma, nata nel 1948, di fatto trasferì buona parte delle competenze alle Province di Trento e Bolzano, assegnando alla Regione stessa una funzione prettamente ordinamentale e di raccordo. Non più una Regione suddivisa in due province, ma due province che formavano un regione.

Per comprendere la complessità dei passaggi storico-politici che portarono all’esito del 1972, possiamo partire, seppure in estrema sintesi, proprio dalla nascita della Regione nel 1948. In essa era evidente il ruolo quasi di “gendarme” della componente trentina verso la minoranza di lingua tedesca: una situazione che diede origine a malumori e rivendicazioni che avrebbero provocato esiti drammatici nei decenni seguenti.

In questo contesto un passaggio fondamentale si ebbe nel 1955, quando la Repubblica austriaca tornò alla piena sovranità dopo il decennio di occupazione alleata, con uno status neutrale. La ritrovata indipendenza austriaca diede una nuova sponda a chi, nella provincia di Bolzano, desiderava garanzie e tutele per la minoranza di lingua tedesca, con la costituzione di una provincia autonoma: una tensione ben sintetizzata dal motto “Los von Trient”, che ebbe culmine tragico nella stagione “dei fuochi” dei primi anni Sessanta.

Anche da qui partì il progetto di una nuova autonomia, tale da chiudere la complessa vertenza sudtirolese e rinnovare profondamente il nostro Statuto di Autonomia, mettendo al centro del sistema le due Province autonome di Trento e di Bolzano, con le rispettive assemblee legislative.

La conclusione definitiva di questo iter arrivò vent’anni dopo, con il rilascio da parte austriaca della celebre “quietanza liberatoria” (Streitbeilegungserklärung), ovvero la dichiarazione di chiusura della vertenza internazionale tra i due Stati (Austria e Italia), consegnata dall'Austria all'ONU l'11 giugno 1992.

Ciò ebbe come conseguenza la realizzazione di una compiuta autonomia provinciale anche per il Trentino, che otteneva in tal modo, come accennato in apertura, un obiettivo politico e istituzionale vivo fin dai primi decenni dell’Ottocento e mai raggiunto prima di quel fatidico 31 agosto 1972, quando il capo dello stato Giovanni Leone varò il testo unico numero 670, contenente il nuovo articolato completo di quello che chiamiamo “secondo statuto”.


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