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Dimmi in che malga vai e ti dirò chi sei

ven 23 dic 2022 • By: Sandro de Manincor

Andar per malghe è un’esperienza unica. Scoprirne le caratteristiche, i paesaggi, la vita, i profumi e gli odori, la storia e le storie che custodiscono. Andar per malghe è un modo per rinfrancare il fisico, lo spirito, il gusto e la mente. Andar per malghe è un’offerta turistica che permette al visitatore di apprezzare un territorio, lo stile di vita, i prodotti. Andar per malghe è di moda e attira sempre più persone che fino a ieri non erano nemmeno a conoscenza della loro esistenza. Andar per malghe dovrebbe aiutarci a capire cos’è l’autenticità.
E qualche volta la troviamo, qualche altra no. Malghe trasformate in ristoranti di lusso o in raffinati bed and breakfast d’alta quota hanno sicuramente poco di autentico pur offrendo tutti i comfort e servizi ad uso e consumo dei turisti più esigenti. E che dire di certi menù proposti con pietanze “nazionali” che non fanno sicuramente parte della nostra tradizione culinaria o dell’offerta di souvenir gastronomici prodotti industrialmente ma che nell’immaginario collettivo e turistico sono proprio il frutto di quell’aria fina, di quelle montagne e di quei pascoli? Pochi casi certamente, ridotti alle “malghe non malghe” ma che rischiano di penalizzare il lavoro di chi, e sono tanti, con duri sacrifici difende strenuamente l’autenticità di cui parlavamo. Oggi tutti noi viviamo per gran parte del nostro tempo in ambienti finti e artificiali, adeguandoci automaticamente a modelli, inseguendo successo e gradimento sui social, bersagliati da notizie false, e recitando inconsapevolmente la nostra parte in un copione con ruoli predefiniti e competitivi. Il vivere e operare nelle grandi città non fa altro che amplificare queste distorsioni poco autentiche, ma fa nascere ancora di più il bisogno di differenziarsi. Diventando sempre meno noi stessi, e sempre più taroccati, con selfie a profusione e raccontando al mondo intero chi vorremmo essere invece di chi realmente siamo. Insomma il messaggio è: “Non importa se la foto non è vera, l’importante è che il risultato sia attraente”, anche se in maniera sempre più diffusa si risponde che “non importa se la foto non è attraente, l’importante è che sia vera”. 
Ecco perché il bisogno di autenticità sta diventando sempre più un’esigenza nostra e di chi ci viene a trovare in vacanza e certamente non si accontenta più dell’esperienza costruita e ricostruita dall’organizzazione turistica ma vuole vivere da vicino l’autenticità di chi in malga ci vive, ci lavora, munge le vacche e produce il burro, il formaggio e la "poina". E poiché sono solo queste le vere malghe, con la loro produzione faticosa e limitata, è giusto che vengano valorizzate e sostenute con prezzi adeguati per i loro prodotti a tiratura limitata, fatti solo per chi sa apprezzarli, senza le vendite di massa online e vigilando invece sui “falsi” venduti altrove, in strutture che oramai dovrebbero differenziarsi anche nel nome. Solo difendendo questi principi potremo crescere in maniera sostenibile mantenendo uno stretto contatto con i valori, le esperienze, la storia, la cultura e la tradizione artigianale che hanno permesso e ci permettono di “difendere” il nostro territorio. Solo garantendo l’autenticità delle nostre malghe e dei loro prodotti possiamo creare un brand “esclusivo” in grado di fronteggiare le difficoltà in un mercato fortemente competitivo fatto non solo di prezzi ma soprattutto di emozioni. Vere emozioni.
P.S. Il valore dell’autenticità non vale naturalmente solo per le malghe.

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