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Quei muretti che non ci sono più

ven 07 apr 2023 • By: Alberto Mosca

L'uomo e la natura selvatica: tra corsi e ricorsi, una storia senza tempo

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Sapete a cosa servivano i muretti che delimitavano secoli fa i paesi delle valli alpine? Separavano il dominio dell’uomo da quello della natura, il mondo della luce del giorno da quello delle forze oscure della notte.

Un confine che divideva due mondi che dovevano rimanere separati. Da un lato la civiltà e dall’altra il caos.

Andava da sé che l’uomo non oltrepassava quel confine, se non consapevole del rischio mortale che poteva correre. E a rischio non era solo il corpo ma anche la sua anima. Dall’altra parte, nessuna intrusione da parte di quelle forze oscure, incontrollate, era tollerato.

Non a caso, nelle fiabe che da tempo immemorabile si raccontano ai bambini le cose brutte avvengono nel bosco, di notte, luogo in cui ci si sperde, nel quale si abbandonano le persone, nel quale si incontrano creature malvagie, siano essi animali o vecchie streghe mangia-bambini. Poi, arriva un cacciatore a debellare il pericolo, a salvare le persone e lo stesso mondo degli uomini.

Quei muretti da tempo non ci sono più.

I mondi si sono compenetrati e l’antropizzazione della montagna è da tempo una realtà. In quel mondo nuovo non c’era più posto per il grande predatore e infatti, nel corso dell’Ottocento, lupi e orsi, i nemici ancestrali dell’uomo, sono stati portati all’orlo dell’estinzione.

Quei muretti da tempo non ci sono più.

All’incirca un quarto di secolo fa, l’orso è stato reintrodotto in Trentino su iniziativa della politica, con il sostegno dei fondi europei e, va detto, il generale consenso della popolazione. Poi però la popolazione di orsi, che doveva arrivare a circa 50 esemplari, è di fatto più che raddoppiata, forse anche oltre. E poi, stavolta naturalmente, riconquistando spazi un tempo perduti, da ovest e da est hanno fatto la loro ricomparsa il lupo e la lince. E la guerra per il predominio sul territorio è ricominciata.

Ma i muretti da tempo non ci sono più e noi, e loro, siamo indifesi.

Di fronte abbiamo probabilmente due strade: confermare il dominio e la responsabilità dell’uomo sul creato, decidendone i destini, oppure riedificare i muri che quei mondi separavano. Sapendo che se da una parte ci sarà libertà di mordere e graffiare, dall’altra ci sarà quella di sparare. Ci sono persone che lo fanno per mestiere, non è difficile, è già accaduto.


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