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L'avete sentito il vulcano?

mer 26 gen 2022 09:01 • By: Giacomo Poletti

Gli effetti dell'esplosione a Tonga sono arrivati fino alle valli del Noce. Intanto continua la situazione meteo di tempo bloccato e asciutto

Lo sapevate che il 15 gennaio, alle ore 20.54, le valli del Noce hanno risentito di un’esplosione vulcanica avvenuta ben 15 ore prima nel bel mezzo del Pacifico, cioè quasi agli antipodi del Trentino? Ebbene sì, non ci crederete, ma l’onda d’urto emessa dall’eruzione del vulcano Hunga, alle isole Tonga, si è propagata in tutto il mondo esattamente come si increspa la superficie di un lago quando vi si tira dentro un sasso. Ma cosa è successo, in particolare? I barometri europei – compresi appunto quelli delle valli di Non e Sole – hanno misurato una netta variazione di pressione atmosferica, una vera e propria onda nell’aria, un “su e giù” in pochi istanti di circa 2 hPa (pari a 2 millibar un tempo unità di misura molto utilizzata): non è poco, è una variazione di pressione infatti tipica ad esempio di perturbazioni o temporali in avvicinamento. L’onda acustica iniziale (il “botto”) pare si sia udito su isole fino a 800 km di distanza, ma ci sarebbero testimonianze persino dall’Alaska. Allontanandosi dal vulcano, la potente onda sonora si è estesa trasformandosi di fatto in un’onda di pressione, che ha viaggiato confinata nella troposfera compiendo più giri del pianeta. Due curiosità: l’onda si è propagata alla velocità del suono, attorno quindi ai 1100 km/h per oltre 17.180 km, la distanza da Cles… a Tonga! La prima ondulazione atmosferica è arrivata sulle Alpi da nord, la seconda, circa due ore dopo, da sud. Le perturbazioni di pressione sono state rilevate più volte nei tre giorni successivi, fino al 18 gennaio, dato che per fare il giro del pianeta alla velocità del suono ci si impiega circa 36 ore. Ci sono voluti tre giorni prima che i passaggi non fossero più misurabili in Trentino.

 

Una nota finale mi preme farla invece sulla situazione meteorologica in atto, che vede un tempo bloccato e asciutto: l’ultima precipitazione risale al 5 gennaio. Purtroppo non si vede alcuna svolta. L’anticiclone continuerà a dominare sicuramente fino a fine mese, con alte probabilità che la situazione di stasi prosegua a lungo nel mese di febbraio. Valutando le precipitazioni dell’ultimo anno, in verità non stiamo vivendo una fase di deficit particolare; però gli ultimi 4 mesi nel complesso sono stati assai carenti di precipitazioni. Ecco ad esempio i dati di pioggia dell’osservatorio di Trento Laste, poco sopra la città:

 

Ottobre 2021: 54.4 mm (deficit pesante, media storica 116.8 mm)

Novembre 2021: 141.0 mm (surplus lieve, media storica 106.4 mm)

Dicembre 2021: 7.8 mm (deficit pesante, media storica 65.8 mm)

Gennaio 2022: 16.6 mm (deficit, media storica 42.1 mm)

 

Le previsioni a lungo termine del modello europeo Ecmwf mostrano appunto precipitazioni sotto la media del periodo per le prossime settimane, una prognosi ritenuta molto probabile e valida non solo per il Nord Italia, ma anche per larga parte dell’Europa. I flussi perturbati pare infatti restino confinati molto a nord, in Scandinavia. 



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