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Dalla parte dei pelosi (e non)

La Pet Therapy migliora la vita

mar 17 nov 2020 10:11 • By: Lorena Stablum

Come Alex Bresadola e i suoi cani aiuta chi ne ha bisogno

«Il cane è un filtro psicologico e un acceleratore di emozioni». Dal 2003 Alex Bresadola dell’associazione L’impronta di Vermiglio, di cui oggi è presidente, è operatore di pet therapy. In particolare, la sua attività si sviluppa fianco a fianco a due razze docili e simpaticissime di cane, che alleva, il Golden retriever, dal mantello dorato, e il più piccolo Cavalier King. Ma sono diversi i tipi di animali che possono essere d’aiuto a grandi e piccoli, come il gatto, il coniglio, gli asini, il cincillà e il cavallo. «Dipende dalle patologie che ci trova ad affrontare – spiega Bresadola -. Non tutti gli animali si possono utilizzare per qualsiasi problema. Il cavallo, ad esempio, non è consigliato nei casi di fobie sia per l’animale che per l’altezza o nelle patologie psichiatriche. Anche tra i cani, alcune razze vanno bene per certe patologie ma non per altre. Ad esempio, un cane molto vivace e attivo è ottimo per stimolare i minori a rischio mettendoli alla prova davanti a una gestione più impegnativa, mentre nel caso di utenti con diverse abilità è necessario impiegare animali più tranquilli ed equilibrati».

Ma in quali casi la pet therapy può essere usata? Bresadola evidenzia come il rapporto con gli animali possa migliorare sensibilmente la qualità della vita di persone con malattie psicologiche, con problemi di motricità o con disabilità. «Abbiamo aiutato ad esempio utenti che non riuscivano a impugnare le cose facendoli giocare con il cane lanciandoli una pallina oppure facendo impugnare una spazzola per pettinarlo e abbiamo visto come questo abbia incentivato in loro il movimento – spiega Bresadola -.

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Nel caso di bambini autistici, invece, l’obiettivo è cercare un’apertura e, grazie al rapporto con il cane, si può arrivare a fargli pronunciare anche qualche parola, a farli interagire e a eseguire delle consegne. Si parte dalle potenzialità della persona – continua –. La relazione con l’animale quindi riesce a spingere l’utente a fare quel passo in più che magari non si sentirebbe motivato a fare con altre terapie. Per prima cosa, è molto importante costruire un rapporto affettivo tra l’utente e l’animale. In questo modo si stimola la persona a interagire con il cane e, quindi, ad apprendere gli esercizi. Se si riesce a lavorare in modo mirato, si raggiungono degli obiettivi che permangono nel tempo. Sicuramente, si riesce a migliorare sensibilmente la qualità della vita dei bambini meno fortunati, ma non solo». La pet therapy, infatti, è una terapia che può essere impiegata anche negli adulti e negli anziani con ottimi risultati. «Abbiamo portato avanti diversi progetti nelle case di Riposo di Malé, Pellizzano e Fondo – aggiunge ancora Bresadola -. Gli anziani beneficiano in modo particolare del rapporto con gli animali, che riescono a toccare delle corde sensibili e a fargli riaffiorare ricordi di gioventù. Spesso, i nonnini, che magari la vita ha spinto a essere molto chiusi, riescono ad aprirsi fino a esprimere i propri sentimenti verso il cane».

L’attività di pet therapy non s’improvvisa, precisa infine Bresadola: per diventare operatore in questo settore, infatti, si devono seguire dei corsi di formazione e iscriversi all’albo professionale, che per il Trentino è coordinato direttamente dall’assessorato alla Salute. «Lavoriamo, comunque, sempre in équipe con pedagogisti, fisioterapisti, psicologi ed è poi fondamentale utilizzare animali adatti e preparati da professionisti – conclude -. Facendo anche l’allevatore di cani, parto già dalla selezione dei riproduttori e sin da cuccioli, appena nati, viene svolta la “stimolazione precoce del cucciolo” in modo tale che il cane possa essere predisposto alla presenza umana, ai rumori e a eventuali situazioni che potrebbero verificarsi durante le sedute di lavoro. In questo modo, si cerca di avere cani sereni e tranquilli in ogni circostanza».

 

Che cos'è?

La Pet therapy viene intesa come un’azione che si compie tra animale e uomo, ricca di senso, di significato affettivo, relazionale, comunicativo e cognitivo. È un’attività educativa mirata all’incremento di personalità e alla crescita della persona, migliorandone la qualità della vita. Come tutti gli interventi terapeutici, le AAA-TAA-AEAA (Attività/Terapie Assistite dall’Animale, Attività Educative Assistite dall’Animale) risultano un valido strumento educativo nelle mani dell’equipe, permettendo a questa di utilizzare nuove risorse secondo le finalità, il contesto, gli obbiettivi prefissati, garantendo un salto di qualità nell’intervento educativo sulla persona. Il contesto motivante ed emotivamente coinvolgente dell’animale crea una situazione di stimolo positivo che attiva il soggetto permettendogli alti livelli di prestazione.



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