Skin ADV
I costi sociali ed economici della pandemia: una prima indagine

Notizie dalla Comunità della Val di Sole

Val di Sole e Coronavirus, Servizi sociali rafforzati per combattere la fragilità

gio 22 apr 2021 13:04 • By: Lorena Stablum

L’emergenza sanitaria va a incidere su tutte le fasce d’età creando nuovi bisogni e disagi

VAL DI SOLE. Individuare i confini precisi di un malessere nel bel mezzo di una situazione sanitaria ancora fortemente legata all’andamento della pandemia, diventa se non difficile quantomeno fuorviante. La portata dell’impatto sociale di Covid-19, che certamente non manca di farsi sentire anche sulla comunità della Val di Sole, si potrà comprendere realmente solo nei prossimi anni. È quanto evidenzia il Servizio Sociale della Comunità della Valle di Sole, che in questi mesi si è trovato a dover gestire le varie situazioni di fragilità in un contesto complicato dalla pandemia e che ha sovvertito gli spazi e le modalità di relazione. “Il Covid ha creato una situazione universale che ha toccato tutti gli individui rispetto alla sfera dei bisogni, all’età, alla collocazione geografica, alla classe sociale e a tutti i tipi d’utenza” spiega la dirigente del Servizio Cristina Rizzi, che con la coordinatrice delle assistenti sociali Cristina Dallatorre fa il punto sulle ricadute sociali e psicologiche dell’emergenza sanitaria in atto.

“Questa emergenza ci ha spinto a un confronto con un’altra emergenza che abbiamo vissuto in valle, qualche anno fa, legata alla frana del Rio Rotian – continua – e ci ha portato a fare delle considerazioni in termini di indefinitezza della situazione che stiamo vivendo: la pandemia non ha confini, come poteva averli l’episodio di Dimaro, non è toccabile, e non è geograficamente determinata. Rispetto ad altre situazioni dove è possibile individuare i bisogni delle persone, in questo caso il Servizio fa fatica a individuare con precisione il campo d’azione. Alla fine ci siamo rassegnate e abbiamo capito che il pensiero principale doveva essere rivolto a tutti gli ambiti, dal domicilio, alle strutture residenziali per anziani e per disabili, ai giovani… Il Covid è percepito nelle persone come un evento democratico. Come Servizio ci siamo resi conto però che non lo è affatto. Dove ci sono persone già vulnerabili e fragili, dove sono assenti le relazioni affettive o è presente una debolezza economica, il Covid colpisce maggiormente. Dal punto di vista organizzativo questo ha richiesto che il Servizio agisse con una tempestività che non ha mai avuto prima, facendo ricorso a strumenti di lavoro molto immediati, costruendo in pochi giorni reti di solidarietà, riducendo, durante il lockdown, i servizi, mettendone in capo di sostituitivi e rimodulandoli nel rispetto delle normative emanate a contenimento della pandemia. Nel limite del possibile – aggiunge ancora Rizzi – abbiamo dovuto affidarci alla nostra creatività e flessibilità. In questo naturalmente non è mancata l’attività di coordinamento della Provincia, che ha presidiato l’omogeneità dei servizi erogati su tutto il territorio provinciale, e risorse fondamentali sono venute dalla rete di volontariato e dalle associazioni che ci hanno permesso di concretizzare azioni nuove, come i servizi Resta a casa passo io, il Bonus alimentare o il supporto telefonico per gli utenti anziani e disabili.

Autoroen Aprile

In tutto questo la sinergia e lo spirito di gruppo è stato un aspetto fondamentale senza il quale sarebbe stato davvero difficile intervenire”.

Un Servizio riorganizzato. La pandemia, se da un lato ha messo fortemente sotto pressione il Servizio Sociale, ha però fornito anche un’occasione per la sua riorganizzazione permettendo una rimodulazione dei carichi di intervento, come spiega Cristina Dallatorre. Dal 1° gennaio 2021, infatti, ogni Comune ha il proprio punto di riferimento in un’unica assistente sociale che segue ogni aspetto legato all’area di competenza. “Le assistenti sociali hanno incontrato gli amministratori comunali per comunicare questa nuova modalità di gestione del lavoro che ci permetterà di rafforzare la rete di solidarietà e di cogliere i bisogni a 360 gradi, sia nelle varie aree che trasversalmente” illustra Dallatorre che evidenzia anche come una delle aree più colpite sia quella degli anziani privati, sia in casa di riposo ma anche al proprio domicilio, di importanti occasioni di relazione. “Ci arriva molto la sofferenza dei familiari che ancora oggi non possono far visita ai genitori, ai loro affetti in casa di riposo – continua -. Una sofferenza che spesso si accompagna alla paura di ammalarsi e morire da solo, del distacco affettivo, e dall’altro al senso di inutilità che prova l’anziano perché, ad esempio, non può più incontrare o prendersi cura del proprio nipotino come faceva prima, alla perdita di stimoli, apatia e senso di impotenza”.

L’emergenza sanitaria sta diventando economica, sociale e psicologica. In questi mesi, la Comunità di valle, le amministrazioni comunali e il Servizio Sociale di valle hanno affrontato diverse situazioni di fragilità nuove: la mancanza di lavoro, con il mancato avvio della stagione turistica invernale, ha messo in crisi giovani coppie e adulti che si sono trovati improvvisamente senza un’entrata economica. “Sempre più spesso ci chiedono un lavoro anche persone che prima non si sarebbero rivolte al servizio sociale – aggiunge ancora Dallatorre -. Siamo in attesa di capire quale sarà lo scenario estivo”. Ma, in tutte le fasce, affiorano anche emergenze sociali e psicologiche, legate alla solitudine, alla depressione, alle violenze domestiche fino a gesti autolesivi come il suicidio. “Su questo tema l’attenzione delle assistenti sociali è altissima e stiamo lavorando per attivare delle progettualità di ampio respiro che possano dare vita a una rete non solo istituzionale, capace di coinvolgere aree diverse” afferma Dallatorre. “In tutta la comunità è calato un senso di precarietà esistenziale che ci ha portato a confrontarci con l’esperienza della sofferenza – sottolinea quindi Rizzi -. I bisogni che abbiamo raccolto come Servizio sono solo la punta dell’iceberg: abbiamo la sensazione che la sofferenza che ciascuno vive dentro di sé sia un’esperienza molto diffusa e che ci arrivi solo in parte. Il Servizio si sta sforzando per creare occasioni che possano far emergere questa sofferenza riprogrammando e ripensando gli interventi e i servizi a medio e lungo termine. Come Servizio, infatti, siamo tenuti non solo a dare risposta alle fragilità che ci arrivano ma a prenderci cura anche della comunità intera. Il Servizio c’è nell’erogazione di un intervento di oggi, ma anche ha la necessità di capire come si evolveranno gli scenari futuri: quali conseguenze avrà davvero il Covid sulle famiglie, sui minori? L’uso dei dispositivi tecnologici e di internet che oggi è vitale anche per andare a scuola che ripercussione avrà ad esempio su giovani e giovanissimi? La sfida rispetto alla salute sarà certamente legata a come sapremo incoraggiare la crescita di legami. Dovremo ridisegnare le politiche in modo da evitare l’isolamento sociale. Questa sarà la vera emergenza”.

Attenzione su anziani, minori e al tema del lavoro. I servizi erogati dalla Comunità di valle e dal Servizio Sociale, in questi mesi, hanno cercato di adattarsi e, quindi, rispondere alle effettive esigenze che sono venute e vengono dal territorio. Il servizio di assistenza domiciliare, ad esempio, ha potuto contare sulla disponibilità e flessibilità degli operatori, che hanno imparato a erogare la prestazione anche impiegando strumenti nuovi (il telefono cellulare). Alcuni servizi hanno rappresentato un’importante soluzione in tempi di accessi limitati in Rsa o dimissioni anticipate dall’ospedale. Anche il servizio di pasti a domicilio ha subito un incremento notevole in seguito alla chiusura di ristoranti. Per il futuro, gli interventi si concentreranno anche sui minori, con progettualità già a partire dalla prossima estate che favoriscano la conciliazione tra i tempi lavorativi e la famiglia, e sul lavoro mantenendo gli interventi nel sociale e nel verde già attuati, ma con l’intenzione di rivederne la progettualità al fine di meglio favorire l’occupazione di persone con minori opportunità lavorative. Nei mesi di maggio e giugno, infine, partirà anche un corso di formazione online dedicato ai caregivers (chi si prende cura di un familiare) e attenzione sarà riservata anche al tema del disagio mentale, con un progetto sulle demenze.

Il commento. Ben consapevole del momento di difficoltà contingente, anche la parte politica della Comunità della Val di Sole si sta interrogando su quali iniziative avviare, in accordo con i 13 comuni, per dare un po’ di sollievo alla popolazione. “Stiamo facendo dei ragionamenti con le amministrazioni comunali per individuare alcune attività che possano calmierare le situazioni più difficili – conferma infatti il commissario generale Guido Redolfi -. Stiamo pensando di introdurre alcune agevolazioni o contributi per abbattere i costi della Tia, in particolare sul saldo 2020, piuttosto che di prevedere delle somme a bilancio da poter erogare. Abbiamo ben presente anche la situazione dei lavoratori, in particolare degli operatori turistici stagionali che non possono contare né sulla disoccupazione né sulla cassa integrazione”. 



Riproduzione riservata ©

indietro


Ti potrebbe interessare anche...