VALL DEL NOCE. A un anno dall’inizio della pandemia, proviamo a tracciare un primo bilancio dei costi che le nostre comunità hanno pagato a questo evento epocale.

Sul fronte economico e quello del lavoro, su quello sociale e delle relazioni, sulle politiche messe in campo dalle amministrazione pubbliche.

Naturalmente, si tratta di un’indagine che non può definirsi esaustiva: il quadro evolve continuamente e, al di là dei colori (giallo, arancione, rosso) che ciascuna regione assume settimanalmente, vi sono dei costi che solo più avanti nel tempo potranno essere adeguatamente valutati.

Certo è che, oltre al conto delle vittime che tragicamente hanno perso il bene più prezioso, su chi vive rimane il peso di una riorganizzazione del vivere quotidiano e dei rapporti con gli altri.

Ce lo dicono molto bene i nostri interlocutori: giovani, anziani, famiglie saranno chiamati a riprendere una sorta di confidenza con le relazioni così messe a dura prova dall’isolamento forzato, dall’instaurarsi di nuove abitudini che hanno privilegiato lo sguardo dentro noi stessi rispetto all’apertura verso l’altro. Un ripiegamento che in qualche caso ha dato forza ai fantasmi di una paura tale da portare a gesti estremi: un tema delicatissimo sul quale, ci confermano i nostri interlocutori, da presidiare con assiduità, consapevoli che diffuse azioni di prevenzione possono essere di grande aiuto.

Poi naturalmente, i costi economici: dall’economia di montagna provata duramente da una stagione turistica invernale mai partita, con pesantissime ricadute in termini occupazionali, fino alla consapevolezza che esiste un’occasione storica per definire e costruire nuovi modelli economici. Non saremo gli stessi di prima e anche il nostro turismo dovrà fare virtù di questa trasformazione.

Forse è questa la chiave di lettura che possiamo utilizzare per comprendere, interpretare e fondamentalmente accettare il portato di un evento che da almeno un secolo non si vedeva sul nostro pianeta. A maggior ragione se si dovesse verificare lo scenario per il quale ci aspetta una “era delle pandemie”: eventualità che richiederà nuovi strumenti sanitari, sociali, economici, all’altezza delle sfide che si presenteranno.