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I costi sociali ed economici della pandemia: una prima indagine

La pandemia ha confermato il ruolo primario dell’agricoltura

gio 22 apr 2021 13:04 • By: Fabrizio Brida

Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti TAA

VALLI DEL NOCE. «In questo particolare momento storico il ritorno dell’uomo “alla cura della terra” ha assunto un significato ancora più importante. Non sappiamo ancora se il Covid-19 porrà fine alla globalizzazione, ma di sicuro ci ha portati a riflettere ancora di più sul ruolo primario dell’agricoltura». 

Per Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, la situazione che ci siamo trovati ad affrontare ha aiutato, in un certo senso, a riscoprire e forse rivalutare un settore, quello agricolo, che sicuramente in questi mesi ha subito conseguenze economiche e sociali legate all’emergenza sanitaria. Ma che, nel complesso, è stato tra i meno colpiti da una pandemia che ha sconvolto tutto il mondo produttivo e non solo.

«È doveroso infatti essere grati per aver potuto raccogliere i frutti della nostra terra – sostiene Barbacovi –. Altre categorie non hanno avuto nemmeno la possibilità di lavorare».

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Per Coldiretti e tutti gli agricoltori che vi gravitano attorno, vivere nel Paese con la più vasta biodiversità al mondo e vantare il primato della qualità nelle produzioni agricole, rappresenta un motivo d’orgoglio, ma anche una grande responsabilità. 

«Per questo vogliamo promuovere un’agricoltura che guarda al futuro, all’insegna della “sostenibilità” – aggiunge il presidente –. La nostra intenzione è quella di dare impulso a un modello che l’agricoltura europea, e in particolare quella italiana, sta cercando di seguire anche grazie alla Politica Agricola Comunitaria. Siamo promotori di un’agricoltura a basso impatto ambientale e sostenitori di un modello di sviluppo sostenibile perseguibile attraverso le misure agroambientali previste dai Piani di Sviluppo Rurale». 

Un processo che, probabilmente, il Covid ha ulteriormente accelerato e incentivato. L’agricoltura sostenibile, infatti, evita l’utilizzo di inquinanti, detergenti e prodotti chimici che si riversano nei fiumi, nei laghi e nei mari che possono mettere a repentaglio la salute delle persone. 

«Molti sono i temi che abbiamo affrontato in questi mesi: la carenza di manodopera, il blocco delle esportazioni per alcuni prodotti, i troppi prodotti stranieri sugli scaffali, la chiusura di molte attività commerciali, le tensioni geopolitiche» afferma Barbacovi che, in conclusione, lancia un appello: «Determinante è la collaborazione dei cittadini consumatori e la loro propensione ad acquistare cibo “Made in Italy” e “Made in Trentino”. È una risposta coerente con i valori e le tradizioni del cibo prodotto dalle nostre campagne». 

Un invito, quello del presidente di Coldiretti, a mangiare italiano e a mangiare trentino, portando in tavola i prodotti coltivati a pochi chilometri da casa. Che, spesso, sono anche i più buoni.



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