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SOS Architettura

Un progetto per Castel Malosco

lun 19 lug 2021 10:07 • By: Alberto Mosca

Il gigante abbandonato potrebbe trovare presto nuova vita e opportuna valorizzazione

Castel Malosco attende da tempo un progetto di valorizzazione. Già nel 2016 sulle pagine di NOS ne mostrammo il degrado, insieme al grido di dolore dell’allora sindaco di Malosco Walter Clauser, oggi vicesindaco del nuovo comune di Borgo d’Anaunia, che ne prefigurava la collocazione della sede municipale. Alcuni lavori sull’area circostante hanno riportato l’immobile all’antica visibilità, ma è chiaro che è ora di arrivare alla valorizzazione complessiva dello storico immobile. “Siamo consci del problema – spiega il sindaco Daniele Graziadei – e siamo attivi in un’operazione di confronto con le associazioni del comune per arrivare a costruire un progetto di riutilizzo da sottoporre all’Assessorato provinciale. Ad esempio, valutiamo un’ipotesi di uso nel settore ricettivo modellata sull’esempio dei paradores spagnoli, aprendoci ad una collaborazione tra pubblico e privato. Cerchiamo partner – prosegue Graziadei – verificando la fattibilità per andare poi a confrontarci con una progettualità definita, una precisa idea di sviluppo, in Provincia, ente proprietario dell’immobile. Castel Malosco è un progetto che naturalmente andrà oltre gli anni di questo nostro mandato amministrativo”.

Per Malosco la Soprintendenza per i beni culturali aveva redatto un interessante progetto preliminare con un'ipotesi di riuso con diverse funzioni culturali di allestimento fisso e temporaneo. L'importo era previsto in circa 5 milioni di euro, con un primo lotto di lavori relativo alle strutture. Attualmente però non è possibile proseguire con le fasi progettuali, in assenza di finanziamento. Inoltre, naturalmente, sarebbe necessario rivedere il piano funzionale rispetto al ruolo del castello nell'attuale panorama di visita e museale complessivo, con particolare riferimento alla Valle di Non, anche per una valutazione sui costi gestionali.

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Un piano sul quale il Comune di Borgo d’Anaunia come confermato dal sindaco Graziadei, sta lavorando. “Pensavamo anche ad un utilizzato legato al tema del legno, ma anche a figure del territorio legate al castello, a partire da Fortunato Depero”.

“Inoltre – aggiunge Graziadei – con fondi comunali e in collaborazione con il Servizio Ripristino della PaT, provvederemo a riaprire il parco, sistemando con alberi e giardino questa straordinaria terrazza sul Brenta; inoltre siamo in fase di finanziamento del tratto di marciapiede che collegherà il castello alla stazione delle corriere di Fondo”.

 

CASTEL MALOSCO: LA STORIA

Posto a controllo delle importanti vie della Mendola e delle Palade, il castello viene menzionato già a partire dal XII secolo. Il nucleo originario del maniero è l'attuale mastio, risalente all’XI secolo, massiccia torre quadrata afferente alla tipologia delle costruzioni di difesa della viabilità, presenti in molte località del Trentino. Primi proprietari furono i nobili de Malosco. Dal 1512 al 1576 l'immobile appartenne alla famiglia Neideck; successivamente passò al casato de Guarienti di Rallo, signori di Seregnano, che trasformarono il complesso in un imponente palazzo signorile: le strutture rinascimentali incorporarono la torre originaria. Lo stemma dei Guarienti è scolpito sul concio di chiave del portale d'accesso. Nell'Ottocento, estinti i Guarienti, Castel Malosco divenne proprietà del governo austriaco e dal 1821 fu sede dell'Imperial Regio Giudizio.

Allo scopo di essere reso più funzionale, nel 1863 l'immobile affrontò un notevole intervento di trasformazione: furono demolite le mura merlate perimetrali, tamponate le logge, aperte nuove finestre. In particolare, nel mastio furono realizzati i due finestroni, per dare luce alla nuova tromba di scale. Nel castello di Malosco, nel 1892, nacque il pittore futurista Fortunato Depero; suo padre, infatti, impiegato del governo austriaco, abitava con la famiglia nel maniero.

Nel corso del Novecento, fino alla fine degli anni '80, il castello ospitò la Pretura e il carcere mandamentale, nonché gli uffici del Libro Fondiario. Nel secolo scorso Castel Malosco apparteneva a due proprietari: Stato italiano e Provincia di Trento; negli anni '90 la proprietà del maniero venne interamente trasferita al Demanio provinciale. Nel 2003 la Soprintendenza provinciale per i beni culturali ha avviato un esteso lavoro di analisi storica e indagine stratigrafica, in collaborazione con gli atenei di Trento e Venezia e con l'Istituto per la valorizzazione del legno di San Michele all'Adige. Gli studi hanno rivelato che la costruzione è molto più antica di quanto si pensasse: si è scoperto, infatti, che il mastio risale ai primi decenni dell'anno Mille. Nel 2006 la Soprintendenza ha incaricato il prof. Lorenzo Jurina di elaborare un progetto di analisi, conservazione e consolidamento strutturale per la valorizzazione e l’apertura al pubblico del castello, poi approvato. A fine 2014 il consolidamento statico di Castel Malosco era inserito in area di priorità all'interno del Piano pluriennale degli investimenti nel settore dei beni culturali 2014-2018, varato dalla Giunta provinciale.

Pazientemente, Castel Malosco attende che i progetti diventino realtà.

 



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