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SOS Acqua

Forte come l'acqua

gio 30 dic 2021 11:12 • By: Alberto Mosca

Quando le valli di Non e Sole hanno fatto i conti con la furia distruttrice delle acque

L'impressionante disastro del Rotian

Alla fine di ottobre 2018 Vaia ci ha dato solo l’ultima, in ordine di tempo, dimostrazione della forza demolitrice dell’acqua. Due vittime (Michela Ramponi a Dimaro, travolta dalla colata detritica del rio Rotian e Denis Magnani a Taio, colpito da un fulmine) e danni ingentissimi che si aggiungono ad un tributo periodico che anche le valli del Noce hanno pagato alle forze naturali fin dagli esordi della storia documentata.Tra il XIII e il XV secolo sono interi centri abitati a scomparire per i più diversi cataclismi, almeno 37, alcuni dei quali sicuramente legati all’acqua.Un fiume di disgrazie che continuiamo a snocciolare in secoli più vicini a noi: dal 1578, quando il Noce straripò in Val di Sole con successive repliche nel 1584, 1649, 1708. Arriviamo così al disastro del 17 settembre 1772, quando il Noce risparmiò solo 3 dei 16 ponti che lo attraversavano nelle valli di Non e di Sole: a Ossana i danni vennero calcolati in 200.

Autoroen Aprile

000 fiorini, Malé 60.000, Rabbi 50.000, Bresimo 2.000. Nel 1789 piovve ininterrottamente dal 2 al 10 ottobre. Scrive Gian Grisostomo Tovazzi: “Fino a che il sabato 10 verso l’ora undecima meridiana piovve tanto forte e così copiosamente che i fiumi, i torrenti, i ruscelli apportarono grandissimi danni a tutto il Trentino ed in particolare in Val di Sole dove più di trenta case di Rabbi scomparvero, il villaggio di Fucine scampò quasi per miracolo alla totale distruzione, la chiesa parrocchiale di Ossana fu sepolta dalla ghiaia, la casa del parroco inabitabile, tutti i ponti distrutti…” Altri eventi si ebbero nel 1845, nel 1868, nel 1872.Arriviamo così alla catastrofe del 1882: il 16 settembre i corsi d’acqua colpirono con violenza i paesi e le campagne, travolgendo i ponti e provocando ben 7 vittime. Nel Capitanato di Cles si contarono danni per 200.000 fiorini. Una successiva e ravvicinata inondazione, nel 1885, provò tanto le comunità da concorrere all’aumento del flusso emigratorio in Europa e in America. Arriviamo così al Novecento: di esso ricordiamo gli eventi alluvionali del 1959 a Commezzadura, nel 1960 a Pellizzano e Dimaro, nel 1965 a Croviana e Malé. Il 4 novembre 1966 l’alluvione fece vittime a Cassana: una frana travolse due abitazioni e nel disastro perirono Pietro Maini e Adolfo Lorenzi; il corpo di quest’ultimo venne rinvenuto poi presso il maso Ischia.Alle porte del terzo millennio, molti di noi ricordano ancora il “Natale franato” del 2000: un autunno tra i più piovosi del secolo portò nelle valli del Noce, tra il 20 settembre e il 20 novembre, ben 700 mm di pioggia, quando in media in un anno ne cadono 1000. Il terreno totalmente intriso d’acqua cedette in più punti definitivamente tra il 16 e il 18 novembre, con il limite delle nevicate a 2000 metri di quota.


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