ven 22 mag 2020 19:05 • By: Lorena Stablum
I pompieri della Val di Sole e della Val di Non sono scesi in campo contro Covid-19
I vigili del fuoco volontari, anche durante l’emergenza sanitaria, non hanno smesso di essere il punto di riferimento della comunità . In pieno del lockdown, gli interventi d’emergenza si sono ridotti di molto: la gente stava perlopiù chiusa in casa, molte aziende e negozi erano chiusi e gli spostamenti erano limitati solo per esigenze lavorative e per fare la spesa. Così, in Val di Non come in Val di Sole, si sono contate poche occasioni in cui i pompieri sono stati impegnati in interventi di soccorso in caso, ad esempio, di incidenti stradali o di spegnimento di incendi o per il supporto all’atterraggio e al decollo dell’eliambulanza. Ciononostante hanno continuato ad aiutare le proprie comunità e a collaborare con le amministrazioni comunali di riferimento nella gestione pratica del momento di difficoltà . Per farlo, come ci spiegano gli ispettori distrettuali Corrado Asson (Unione distrettuale di Fondo), Ivano Ceschi (Unione distrettuale della Val di Sole) e Raffaele Miclet (Unione distrettuale di Cles), hanno dovuto riorganizzarsi e cambiare il modo di operare al fine di garantire l’integrità dei corpi, la sicurezza di ogni singolo pompiere e, con essa, la salute delle loro famiglie e delle persone che sono stati chiamati a soccorrere.
L’attività , negli ultimi due mesi si è concentrata soprattutto a supportare la pare sanitaria, costantemente messa alla prova negli ospedali, nelle case di cura e nelle Rsa dalla diffusione dei contagi da Covid-19, e ogni altro intervento, che non fosse indispensabile o non riguardasse un’emergenza, è stato evitato. «Questo perché – raccontano gli ispettori -, anche in base a precise linee guida venute dalla Provincia – la priorità , soprattutto nella fase di punta del contagio, era quella di tutelare la salute dei pompieri in modo da scongiurare l’eventualità che interi corpi fossero messi in quarantena e garantirne, così, anche l’operatività ». Nelle caserme, quindi, si poteva entrare solo in pochi vigili del fuoco alla volta, secondo una turnazione degli accessi. Agli interventi hanno partecipato squadre formate da pochi volontari e solo nel numero strettamente necessario. Ogni azione è stata preceduta e seguita da un accurato momento di vestizione e svestizione dei dispositivi di protezione (mascherine, guanti, indumenti di protezione) e di igienizzazione e sanificazione di ogni mezzo e attrezzatura utilizzata.
Concretamente, i vigili del fuoco, oltre a intervenire in caso di emergenza, hanno aiutato le amministrazioni a distribuire le mascherine alla popolazione e, in alcuni casi, quando gli istituti scolastici lo hanno richiesto, a consegnare tablet e supporti informatici per consentire agli studenti, che ne erano sprovvisti di seguire le lezioni a distanza. In alti casi, hanno aiutato anziani e disabili e nella fase iniziale, infine, sono stati coinvolti nella diffusione (due volte al giorno) dell’invito a rimanere in casa per le vie dei paesi. Un messaggio, che riconoscono i tre ispettori, è servito a sensibilizzare la popolazione e a incentivare quei comportamenti virtuosi che stanno consentendo di arginare la diffusione di nuovi contagi.