ven 22 mag 2020 18:05 • By: Lorena Stablum
Il paese dell’alta Val di Sole è stato tra i più colpiti in Trentino dalla diffusione del virus
L’emergenza sanitaria ha segnato Vermiglio, che in Trentino è stato tra i comuni più colpiti dalla diffusione del contagio da Covid-19. Una situazione complicata, che ha certamente messo a dura prova l’intera popolazione e che, purtroppo, ha avuto anche un’evoluzione negativa con qualche decesso dovuto alla malattia. Fin dall’inizio, il corpo dei vigili del fuoco volontari di Vermiglio è stato al fianco dell’amministrazione comunale e del sindaco Anna Panizza nella gestione dell’emergenza, dimostrandosi, come sempre, un supporto fondamentale per la comunità . «Dalla sera in cui è stata chiusa la Lombardia, con il sindaco e la Provincia abbiamo cominciato a sentirci più volte al giorno, o comunque almeno una volta al giorno per attivare tutto quello che era possibile – racconta il comandante del corpo Luis Daldoss -. Per noi, rispetto agli altri corpi della valle, c’è stato parecchio daffare visto l’elevato numero di contagi riscontrato nel Comune. Cosa che ha comportato una mole di lavoro in più alla quale si sono aggiunti interventi d’emergenza, chiamiamoli ordinari, che comunque si sono verificati sul territorio in questi due mesi».
Dal 18 marzo, quindi, e per 28 giorni consecutivi (per un totale di 76 ore/uomo) i pompieri di Vermiglio, come i loro colleghi del Trentino, hanno attivato gli annunci vocali, due volte al giorno e su tutto il territorio comunale, per invitare le persone a rimanere in casa. «Fino a quel momento la gente non aveva ancora capito la reale portata dell’epidemia – aggiunge Daldoss -. Solo con la diffusione dei messaggi, ha iniziato a prendere sul serio le direttive anti contagio. Nello stesso periodo, proprio per evitare il più possibile gli spostamenti dal Tonale verso Vermiglio, ci siamo assunti anche la responsabilità di consegnare i medicinali agli abitanti del passo. Il tutto senza avere contatti con nessuno e con la massima attenzione alla sicurezza. Le persone telefonavano in farmacia, ordinavano i prodotti, noi li ritiravamo all'esterno della stessa e li consegnavamo nelle cassette per le lettere al Tonale. Non ritiravamo soldi da nessuno e gli utenti pagavano con bonifico o in base alla modalità su cui si erano accordati con la farmacia». Le stesse modalità , sono state adottate anche nel caso della distribuzione delle mascherine (3 giornate di lavoro con 8 vigili per volta su 2 distribuzioni) e la distribuzione e per il ritiro dei questionari legati all’indagine sierologica (2 giornate, 14 vigili impiegati per un totale di 112 ore).
«Infine, abbiamo poi consegnato le convocazioni per i test sierologici – aggiunge Daldoss -. Oltre a questo, c’è stata tutta la parte organizzativa, che ho svolto personalmente con due dipendenti comunali dell'anagrafe, per capire quante persone sono rimaste bloccate al Tonale dopo la chiusura degli alberghi: dipendenti ma anche turisti proprietari di seconde case. Nel frattempo abbiamo operato in cinque interventi: un incendio boschivo, un incendio di sterpaglie, un incendio di canna fumaria, un incidente tecnico alla centrale idroelettrica e un incendio a un'azienda agricola. In tutte queste operazioni, abbiamo dovuto dosare le forze e il numero dei volontari in base alla tipologia d’intervento. Fino a oggi (12 maggio 2020, ndr), inoltre per sicurezza non potevamo operare con altri pompieri della valle. Nel caso di un intervento d’emergenza davvero importante, che avesse richiesto cioè la partecipazione di più corpi, noi non saremo potuti intervenire, ma sarebbero accorsi gli altri».