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Andiamo per malghe

La malga nel dna

ven 23 dic 2022 10:12 • By: almo

Giuseppe Cavallari, casaro e amante di sampogni e bronzine

Giuseppe Cavallari (ph. Michele Bezzi)

RABBI. Giuseppe Cavallari, di San Bernardo, è uno degli ultimi storici casari di Rabbi. Classe 1948, nel 2021 è stato protagonista di un documentario realizzato dal Museo della Civiltà Solandra di Malé dedicato ai temi dell’alpeggio. Fin da giovane imparò il mestiere del casaro sulle montagne di casa, a malga Polinar, per poi diventare egli stesso gestore di malghe, prima sulla Zeledria in Val Rendena e successivamente alla Bordolona, in Val di Bresimo. Qui, specialmente nella zona di Madonna di Campiglio, ebbe modo di coniugare l’attività della malga con il crescente turismo, offrendo i propri prodotti ai numerosi visitatori.

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“È stata la più grande emozione della mia vita” raccontava Cavallari in riferimento al tempo in cui per la prima volta aveva assunto la gestione della malga, attività svolta poi per un trentennio. Il rammarico? Vedere ridotte alla metà le malghe monticate in Val di Rabbi, quando negli anni Cinquanta-Sessanta del Novecento lo erano tutte. Ma Giuseppe Cavallari è noto in Val di Rabbi per la sua straordinaria raccolta di “sampògni” e di “bronzine”, ovvero i campanacci che adornano il bestiame. Le prime, più resistenti, si usavano in malga, le seconde una volta avviata la “desmalghjadå”.Non una collezione, spiega Cavallari, dato che quegli oggetti hanno sempre fatto parte della sua vita e della sua famiglia. Una storia che iniziò con suo nonno e le poche vacche che stavano nella sua stalla, ma che poi è andata avanti e si è accresciuta nel tempo: e a fare bella mostra, le bronzine reginette delle fiere del bestiame autunnali nel 1981 e nel 1982.
Il link al documentario https://www.youtube.com/watch?v=vZQXxQ4TjRY&t=1433s


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