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Speciale 25

Valli di Non e Sole, 25 anni… il dibattito socio-politico

mer 08 lug 2020 22:07 • By: Guido Smadelli

Gli effetti della legge elettorale per i Comuni entrata in vigore nel 1995

Il 25° anniversario di Nos Magazine corrisponde all’entrata in vigore della nuova legge elettorale comunale. Una legge che dal 1995 ha garantito al vincente 10 posti su 15 in consiglio (o più a Cles), per garantire governabilità, affidando maggiori poteri a sindaco e giunta. Qualche comune è comunque «saltato»; e a venir meno è stato il dibattito politico, in molti casi.

Se torniamo indietro nel tempo, basta pensare agli anni ’80 e inizio ’90: a Cles, con il compianto sindaco Giacomo Dusini, si assisteva a consigli comunali partecipati dal pubblico; tempi in cui sui banchi delle opposizioni c’erano Pci (Fabbri, Chini, Rosani), Patt (Lorenzoni), Psdi, Pri, ed il dibattito era di altissimo livello. Basterebbe andare negli archivi per riscoprire, ad esempio sul tema della metanizzazione della valle con la posa del feeder, quanto fosse intenso ed elevato il dibattito politico-amministrativo. Non solo a Cles: anche a Denno, Taio, Fondo, Tassullo, Revò, Tuenno, tanto per citare dei municipi, si assisteva a buon dibattito e partecipazione.

Per non parlare della valle di Sole: lì in quello che fu il Comprensorio non ci si annoiava mai, assistendo ad una assemblea dove la discussione, condotta da Guido Ghirardini e spesso animata da interventi (ad esempio di Giuseppe Bezzi o Mauro Colaone) era di altissimo livello.

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Anche qui, basta ricordare quelli sul prolungamento della Trento-Malé, sul piano di sviluppo della comunità, o le battaglie di Pejo che grazie a pareri legali insignificanti provenienti da Trento - condotte dalla coppia Paolo Frenguelli-Silvio Bolis - si sono riverberate sull’assemblea valligiana.

Per un giornalista quelle sedute mai sono risultate noiose; anzi, di grande interesse, si tornava sempre in redazione con una notizia e molti commenti.

Chiaramente il crollo del dibattito non è dovuto solo alla legge, che però ne è in buona parte responsabile. Alle minoranze è stato tolto significato concreto, tanto che alcune opposizioni si sono dimesse in blocco dopo un paio d’anni dal voto. Un ruolo insignificante che ha interessato anche molti consiglieri comunali esclusi dall’esecutivo. Un tempo in consiglio comunale o in assemblea si discuteva tutto; ora si è giunti quasi alla semplice gestione della normale amministrazione – ratifiche di variazioni di bilancio, un bilancio precompilato, qualche progetto già steso, poco più. Un peccato: nell’era pre 1995 il dibattito, nelle Valli del Noce, era di alto livello, anche perché nella dominante Dc c’era stato il compianto Bruno Kessler, che un pezzo di storia del Trentino l’ha scritta (ma vogliamo ricordare anche Tonino Dell’Eva, Flavio Mengoni, Udalrico Fantelli, tanto per fare dei nomi); ed altre forze politiche erano propositive, non solo critiche, tanto meno guidate da sloganisti professionisti come nell’era attuale. Un caso pressoché unico in Trentino? Il 25 aprile 1986 il bilancio di previsione di Cles veniva approvato anche dal gruppo del Pci, che ne condivideva l’indirizzo, pur riservandosi di poter mettere in discussione qualche progetto, in corso d’opera… Notizia da prima pagina.

Un calo della qualità del dibattito è comunque dovuto anche alla delega totale dei cittadini. Al momento del voto vanno nell’urna ancora in buon numero (comunque in costante calo); poi spesso sono alieni a quanto in comune avviene. Il deserto delle adunanze pubbliche ne è testimonianza.

 



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