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Dopo Covid: turismo nelle Valli del Noce

Val di Non, c’è soddisfazione

ven 09 ott 2020 13:10 • By: Fabrizio Brida

Tanti turisti italiani, meno gli stranieri

Un’estate, tutto sommato, al di sopra delle aspettative. Nonostante il distanziamento, nonostante le necessarie igienizzazioni e sanificazioni, nonostante i timori della gente.

Quella che si sta per concludere è stata una stagione estiva particolare per il turismo in Val di Non, certamente segnata da un virus con il quale, per forza di cose, ci si è trovati a fare i conti. Conti che hanno visto la valle delle mele registrare numeri naturalmente al di sotto degli standard degli ultimi anni (la perdita è tra il 15 e il 20%), ma comunque positivi, capaci di regalare sensazioni buone a chi nel settore turistico ci ha creduto e investito. E continua a farlo.

C’è dunque soddisfazione per dei valori che si assestano intorno a quelli dell’annata 2011, anzi di poco superiori, figli di una stagione iniziata con grande calma nei mesi di giugno e luglio, ma poi proseguita in agosto con un’affluenza superiore alle attese. Un turismo che ha parlato (quasi) esclusivamente la nostra lingua: sono stati veramente pochi i turisti stranieri che hanno viaggiato o viaggeranno quest’anno.

Autoroen Aprile

Le difficoltà per gli albergatori o per chi gestisce delle strutture ricettive, ristoranti e bar, sicuramente non sono state poche, come racconta Nicola Sicher del Pineta Hotels di Tavon e membro dell’Apt Val di Non, che, raccogliendo anche le impressioni dei suoi colleghi, rivela come l’ostacolo principale sia rappresentato dal distanziamento.

In particolare nel settore della ristorazione e dei bar, la limitazione dei posti a sedere ha influito, e influisce tuttora, sulla possibilità di accogliere i clienti. «Nel nostro settore, ciò che non vendi oggi non lo puoi mettere in magazzino e cercare di venderlo domani – spiega Sicher –.  Se i posti a sedere sono limitati, i clienti che non puoi servire sono “persi”. Nel nostro caso specifico, mentre gli altri anni al ristorante avevamo 100 posti per gli ospiti dell’albergo e 20-25 da gestire per le persone di passaggio, quest’anno abbiamo dovuto rinunciare a quella ventina di posti extra. A meno che il meteo non ci consentisse di far accomodare i clienti all’esterno».

Ma le difficoltà da affrontare sono state molteplici, visto che parliamo anche di un settore piuttosto vincolante: tra distanziamenti, pulizie, igienizzazioni e sanificazioni, i tempi tecnici di servizio e anche quelli di lavoro si sono allungati e l’impegno richiesto per garantire la sicurezza è aumentato notevolmente.

Pare abbia ottenuto un buon riscontro, poi, il bonus vacanze che, anche se materialmente il denaro verrà recuperato poi, è stato apprezzato da chi lo ha accettato. Con la prospettiva che a fine settembre e a ottobre sia utilizzato ancora di più, portando benefici al turismo di casa nostra. «Anche come sensazione, il fatto di avere gente in hotel o nella propria struttura ricettiva non può che essere accolto con piacere» commenta Nicola Sicher.

Il bilancio estivo pare dunque abbastanza positivo, considerate le premesse. E il futuro? «Quello un po’ preoccupa, inutile nasconderlo – afferma con sincerità Sicher –. Alla luce soprattutto di ciò che sta accadendo ultimamente. Ma cerchiamo di guardare avanti con ottimismo».



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