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San Biagio, il santo della gola

mer 03 feb 2021 10:02 • By: Alberto Mosca

Assai popolare in Trentino e nelle valli del Noce, la sua memoria cade il 3 febbraio

San Biagio in un dipinto nella chiesa dei santi Romedio e Barbara a Roncio di Mezzana

Oggi, 3 febbraio, si ricorda san Biagio, nato nel III secolo e morto martire nel 316. Una figura popolare nelle valli di Non e di Sole, assai venerato come protettore dalle malattie della gola, per aver miracolato un bambino che stava soffocando.

Nelle chiese, come da tradizione, si celebrava una speciale funzione religiosa, in cui le gole dei presenti venivano benedette con due candele incrociate sotto la gola, benedette il giorno precedente, quello della Candelora.

Nelle valli di Non e di Sole vi sono alcuni luoghi legati a san Biagio: in primo luogo l’eremo omonimo a Romallo, sulla strada che collega Revò e Sanzeno, posto su uno sperone roccioso altamente suggestivo sul torrente Novella.

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Il complesso è formato da più edifici, eretti a partire dal XIII secolo: il nucleo più antico è dato dalla cappella romanica della Beata Vergine Maria, mentre la chiesa è quattrocentesca. Sul lato meridionale sorge il romitorio, citato nel 1307; ultimo eremita fu Lorenzo Bertolini da Dambel, documentato nel 1790.

Inoltre, da ricordare è la chiesa parrocchiale di Nanno, quella di Salter, e spostandoci in Val di Sole, lo storico maso di San Biagio, posto tra Malé e Terzolas sulla sponda destra del Noce, documentato fin dal XIII secolo.

L'eremo di san Biagio (ph. Elena Marini Silvestri da visittrentino.info)

A san Biagio era dedicata anche la cappella palatina di Trento. Soprattutto, in Trentino abbiamo ben 17 chiese, per lo più minori, dedicate a questo santo, un numero alto se pensiamo alle diocesi circostanti. Monsignor Iginio Rogger ipotizzò che la dedicazione al santo della gola potesse essere associata all’esistenza di castelli vescovili, sedi dell’autorità politica e amministrativa sparse sul territorio.  



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