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Per Edoardo Camagna, 82 volte 4000

dom 01 dic 2019 11:12 • By: Alberto Mosca

Noneso di nascita, solandro d’adozione, è entrato nel prestigioso Club 4000

Il numero di tessera è il 538, rilasciata lo scorso 30 ottobre dal Club 4000, Gruppo del Club Alpino Italiano, sezione di Torino, che riunisce gli alpinisti che hanno salito almeno 30 vette superiori ai 4000 m delle Alpi sulle 82 dell’elenco ufficiale UIAA.
Edoardo Camagna, 46 anni, di Casez e sposato a Monclassico con Anna, i 4000 delle Alpi li ha saliti tutti e 82, terzo trentino a raggiungere questo traguardo.
La sua impresa ha un valore straordinario, dato che soffre di una patologia invalidante come la sclerosi multipla: e sui social il Club 4000 ha ribadito come il racconto fatto da Camagna delle sue 82 cime è suonato come “una storia meravigliosa, fatta di coraggio, determinazione, semplicità, amore per la montagna.
Una storia che ognuno di noi potrà portare con sé quando la fatica prende il sopravvento o pensiamo di non farcela”.
L’avventura a 4000 metri di Edoardo Camagna è cominciata nel 2003: “In effetti – ci racconta – la maggior parte delle cime l’ho raggiunta nei primi anni di attività, all’inizio, dopo 4-5 vette, non è che pensassi al traguardo di salirle tutte e 82, ma poi i numeri aumentavano e allora nel corso degli anni è maturata l’idea di completare la serie… ed esserci riuscito ha per me un grande significato di soddisfazione personale”.
Un progetto che ha richiesto tempo e sacrificio: “Specialmente in questi ultimi anni è stato più difficile, ormai me ne mancavano una manciata e l’idea di entrare nel Club 4000 cominciava a farsi strada… fino a che sono arrivato a 79, mi mancava solo una cresta che comprende le ultime 3 cime.

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Così l’anno scorso ho preso l’ultima occasione, salendo non nelle condizioni ideali, prendendo qualche rischio, ma raggiungendo il traguardo di 82 Quattromila!” Ma come si fa a scalare tutti i 4000 delle Alpi? “Dipende da tante variabili: innanzitutto lo stato di salute, ma poi le condizioni climatiche, la possibilità di conciliare tutto con i tempi della famiglia e del lavoro e del compagno di cordata.
Insomma, non è facile e non solo per le vie complesse che ci si trova a percorrere.
In particolare, posso dire che negli ultimi anni le condizioni climatiche in mutamento hanno reso queste imprese ancora più difficoltose: le finestre di bel tempo sono sempre più ridotte, la montagna ad alta quota più pericolosa.
Proprio nell’ultima ascesa che ho portato a termine, ho preso una scarica di sassi a 4600 metri e in giugno! Nel giro di 10 anni ho visto ghiacciai ridursi drasticamente: la gente non si rende conto di come il cambiamento clmatico stia trasformando l’alta montagna!” Ripercorrendo nel racconto le cime che a Edoardo Camagna hanno dato più emozione, numerosi sono le imprese che corrono sul filo della memoria: “Ce ne sono tanti, forse la più bella è quella in cui in un giorno ho scalato 7 Quattromila, il giorno del mio 40° compleanno, sulle Grandes Jorasses.
Alla fine, sulla discesa, dovemmo dormire all’aperto, a 3500 metri, arrivando alla base il giorno dopo.
Una volta in cui sento di aver rischiato grosso fu su Punta Baretti, nel massiccio del Bianco, cimetta in tanta malora con una discesa pericolosa, fatta apposta per i collezionisti di 4000...poi la salita del Weisshorn, ricordo speciale perché fatta con un amico che non c’è più, e ovviamente l’ultima!
L’anno scorso, su Peuterey, cresta e cima tra le più difficili…” Le parole con le quali il Club 4000 ha accolto tra i soci Edoardo Camagna rendono l’idea di una conquista straordinaria, che Edoardo commenta propositivo: “Spero di essere esempio agli altri malati di sclerosi, di cosa si può ancora fare anche se si è affetti da questa malattia.
Ci ho messo un po’ di tempo in più del previsto a fare tutte le cime perché non è stato facile far combaciare le giornate in cui si fanno i farmaci con le salite (fatte anche contro il parere medico!) e poi per i periodi che non stavo bene.
Comunque andando a fare parte di questo club ho compreso maggiormente la portata dell’impresa che ho portato a termine”.


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