VAL DI NON. «La Val di Non non ha bisogno di acqua perché è aumentata la superficie di terreno coltivato a meleti». Lo ribadisce più volte il presidente del Consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado Val di Non Claudio Erlicher a proposito del progetto che prevede di derivare l'acqua del fiume Noce in Val di Peio per portarla in Val di Non. Da circa un anno, Erlicher ha preso il posto del predecessore Ottavio Girardi alla guida del consorzio della Val di Non nato nel marzo 2017. Ora, dopo che l"Appa ha archiviato il procedimento di valutazione d"impatto ambientale relativo al progetto di una nuova condotta irrigua sul torrente Rabbies, in Val di Rabbi (Qui l'articolo) - un progetto che, evidenzia Erlicher, era in capo al Consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado Val di Tovel -, il presidente spiega quali sono le motivazioni che spingono la frutticoltura nonesa a ricercare nuove fonti irrigue e, in pratica, riconduce la questione al tema ambientale legandolo strettamente alle normative sul deflusso minimo vitale dei corsi d"acqua: secondo le stime, con l"applicazione del Dmv in base al Pguap, alle Valli del Noce mancherebbero in circa 12 milioni di metri cubi annui (4,8 l/s per kmq).
«Si stratta di mettere in campo misure
ambientali più che agricole "“ commenta infatti Erlicher "“ che riguardano dei
rilasci che dobbiamo fare su concessioni che i Consorzi della valle hanno da quasi
cento anni.
Ci sono delle normative che ci impongono di rispettare il deflusso
minimo vitale. Il bisogno d"acqua non è, quindi, determinato dall"aumento della
superficie coltivata a meleto. L"acqua si prende dove c"è e credo ci debba
essere una collaborazione tra le due valli. Il consorzio, infatti, non intende
rubare nulla a nessuno e in questo momento sono in corso delle trattative tra
la Provincia e le comunità solandre». Le trattative in questione sono riprese, appunto, lo scorso
febbraio (Qui l'articolo) quando il vicepresidente della Provincia Mario Tonina
e l"assessora Giulia Zanotelli hanno incontrato la Comunità di valle e
le amministrazioni comunali della Val di Sole per sondare un"eventuale apertura
sulla realizzazione del progetto. Dall"incontro era emersa una sostanziale
contrarietà da parte delle amministrazioni all"iniziativa promossa dal comparto frutticolo della Val di Non e
ne era seguito un vivace dibattito che ha coinvolto, a diversi livelli, attivisti
del fiume Noce (Qui l'articolo), associazioni legate agli sport fluviali (
nosmagazine.it/dettaglio/1208/0/fiume-noce--vogliamo-partecipare-alla-discussione.html" target="_blank">Qui l'articolo), rappresentanti istituzionali (Qui l'articolo) e cittadini. Ognuno con una propria proposta, come quella di
attingere l"acqua necessaria direttamente dal grande bacino idrico di Santa
Giustina. Una
proposta questa che il presidente giudica, però, insostenibile. «L"obiettivo è di
lasciare in quota l"acqua per rispettare una misura di sostenibilità ambientale
"“ afferma Erlicher "“. Se invece andassimo a pomparla dal lago, utilizzando
energia elettrica, per portarla in quota andremo a produrre C02. Si tratterebbe
quindi di una misura non sostenibile dal punto di vista ambientale. Il tema
dell"ambiente è un tema che ci preme e sul quale siamo molto impegnati. Insieme
a Melinda, ad esempio, stiamo portando avanti dei ragionamenti sulla
realizzazione di impianti fissi per il trattamento con i fitosanitari che ci
aiuteranno a ridurre di moltissimo la deriva».
