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Ildegarda terapeuta dell’anima e del corpo *

mer 12 gen 2022 15:01 • Contenuto a Pagamento  

Gli insegnamenti della badessa nata in Renania nel 1098

VAL DI NON. Chi ha frequentato in questi decenni il mio Studio di Naturopatia e mi conosce, sa che il mio approccio è olistico, dato che considero l'Uomo l'unione di Anima e Corpo. Questa visione mi deriva dall'incontro, nei miei studi, trent'anni fa, con la figura di una delle donne più incisive nella storia della Medicina, dimenticata e ora riscoperta grazie anche a convegni ai quali ho partecipato come relatrice, e che mi ha sempre accompagnato nella mia pratica come una "madrina": Ildegard Von Bingen, nata in Renania nel 1098.

La sua vita fu molto interessante e fuori dagli schemi femminili dell'epoca, ma oggi voglio soffermarmi sulla sua "medicina". Punto di partenza per Ildegarda è l'aspetto sinfonico e ordinato della Creazione, traccia chiara della Rivelazione Celeste. Conoscere diventa dunque anche liberazione dell'Anima da tutto ciò che è servile, per sprigionare l'Energia Vitale presente in ogni individuo. La sua missione è portare conoscenza al popolo, non mantenerlo nell'ignoranza per dominarlo, né alimentarlo con mistificazione della realtà (molto attuale, poco è cambiato). Ildegarda è certamente naturopata, ma la sua scienza o meglio conoscenza supera la medicina naturale, perché implica la guarigione spirituale. Ella considera l'uomo come trinità: anima - mente - corpo. Ha dunque una visione olistica dell'uomo, della malattia e della terapia.

La malattia è dunque un campanello che indica la rottura del legame tra il Divino e l'Uomo, è il cattivo uso della forza vitale, è il cattivo utilizzo della Natura, è il suo sfruttamento. Dunque non è il corpo ad ammalare, ma è l'anima, che ripercuote il proprio malessere a livello fisico. Possiamo qui, forse, intravedere un'anticipazione della psicosomatica, anche se Ildegard considerava senza dubbio livelli più sottili e spirituali. La guarigione indicata dalla badessa Ildegard è perciò il ripristino della condizione voluta da Dio per l'uomo, perché la vita è un dono d'amore, sempre e comunque. Attraverso la malattia, attraverso il dolore, l'anima vuole parlarci vuole mandarci un segnale che col farmaco solo sopprimiamo. Così fuggiamo, non ci poniamo all'ascolto, mentre invece lo scopo della malattia è proprio questo: farci fermare, concederci una pausa, un momento di riflessione, di dialogo con noi stessi per capire cosa si è rotto, per capire quale armonia, quale piano pensato per noi dobbiamo recuperare.

Per questo Ildegard ci raccomanda di nutrirci di cose belle, positive: pensieri positivi, di gioia, di amore, dobbiamo avere fiducia in noi e nelle nostre potenzialità. Proviamo a vivere mettendo gioia e amore in ogni nostro gesto! La positività innesca l'esplosione e l'evoluzione delle nostre energie latenti, non ancora utilizzate.

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Dobbiamo mettere amore anche nella scelta e preparazione del cibo. Certo, se consideriamo il cibo come un insieme di grassi, proteine, vitamine, carboidrati, allora ci possono bastare una bilancia e una calcolatrice. Ma l'alimento ha un'essenza, ha un'anima, che ci dona la sua forza vitale. Ecco perché Ildegard ci indica gli alimenti adatti per ogni squilibrio: servono a risuonare con lo squilibrio, per riportare armonia. Abbastanza lontano dal concetto di fast food... In brevissima sintesi, non me ne voglia la mia amica Ildegard, ecco i suoi punti alla base del suo regime sulla viriditas (energia vitale). Il rimedio per eccellenza è il farro, perché rigenera il sangue e rilassa l'anima. Seguono i cereali, ma il frumento solo per il pane, l'avena per persone sane, segale per l'uomo che fa lavori pesanti, orzo meno utile degli altri. Tra le verdure, al primo posto il finocchio, anche come tisana, che va mangiato sempre. La cipolla è molto indicata per i gottosi. Come legumi, principalmente fagioli e ceci. Le mele devono essere mangiate fermentate, perché risulteranno più digeribili. I datteri danno forza, non bisogna però abusarne. Il digiuno ildegardiano è una sterzata rigenerante per tutto l'organismo, serve a rigenerarsi fisicamente, spiritualmente ed intellettualmente.

Ella considera il digiuno un rimedio per eliminare tossine e rimettere in circolo le forze salutari dell'anima, proprie di ogni uomo. Ammalati e malinconici non devono però digiunare, come mai vanno adottate misure estreme, in ogni campo. I primi giorni di digiuno consistono in una sorta di alleggerimento, eliminando caffè, carne, salumi, mangiando mele cotte e farro, associando una tisana lassativa. Segue una dieta semiliquida a base di infuso di finocchio, caffè di farro, succhi di verdura o frutta, in tutto qualche litro al giorno. Una volta al giorno una minestra di farro con carote, finocchi, sedano, timo. Ildegarda ci indica un suo programma quotidiano, con pratiche varie, riposo, canto, musica e meditazione. Ci indica inoltre il salasso in alcune situazioni e la coppettazione in altre, insieme alla moxibustione, che le fu ispirata in uno dei suoi "sogni" rivelatori. Nei suoi monasteri introdusse i bagni e l'acqua corrente: durante il medioevo, per un'interpretazione del cristianesimo eccessivamente "maniacale" (non toccarsi!), le pratiche idroterapiche, utilizzate da greci e romani, caddero in disuso. Nelle sue terapie molto praticata è la meditazione, che è considerata pratica del distacco e di contemplazione, tesi suffragata anche da recenti studi sulle onde cerebrali.

Per ultimo, ma non per importanza, Ildegard ci insegna che l'uomo, danzando, esprime i simboli centrali della vita: girotondo, cerchio, spirale, terra. La danza è il ritorno all'ordine primitivo della creazione. Nella sua vita questa straordinaria badessa compose un melodramma e 77 lodi. Per lei la musica è vibrazione che arriva direttamente all'anima e che riesce a parlare al cuore della gente. Musica vissuta come strumento per superare i confini della mente e sentire l'unità che rappresentiamo. Ricercatori e musicisti tedeschi hanno rispolverato i suoi spartiti musicali ed inciso le sue corali: ne sono uscite odi gregoriane di toccante melodia. ll costante uso delle vocali in modulazioni differenziate induce una libera apertura a quei suoni armoniosi (overtones - armonici), che portano in salutare vibrazione le nostre sette ghiandole principali, poste a ridosso dei chakra principali. In alcuni ospedali americani sono stati introdotti i canti con gli overtones per stimolare l'autoguarigione. Musica come terapia, quindi. Non a caso, in tempi meno recenti in cui i ministri si occupavano realmente del benessere e della cultura delle persone, nelle scuole si insegnava canto, durante le gite si cantava, in compagnia si cantava, sotto la doccia si cantava. Anche in questo Ildegard è terapeuta a pieno titolo. La badessa e mistica benedettina ci indica inoltre 35 vizi che rendono malati e 32 virtù, indicate come forze di guarigione. Queste mie righe sono assai riduttive di tutto l'operato di questa donna magnifica. Vorrei aver stimolato in voi curiosità, in modo tale da spingervi a ricercare i suoi scritti e studiare la sua filosofia ed i suoi insegnamenti, sempre attuali, anzi necessari nei tempi moderni. Vi auguro un sereno periodo invernale, ricordandovi che in questa stagione il nostro ritmo dovrebbe un po’ rallentare, quindi stile di vita più morigerato, non troppi sforzi fisici, neppure sportivi, ma tutto con moderazione. Se potete e se ci riuscite, non fatevi prendere troppo dalle frenetiche e stressanti giornate in coda per raggiungere chissà quali località di divertimento, spegnete la tv ed "accendete" un buon libro.  



* Questo articolo ha solo scopo informativo e non intende fornire consigli medici o terapeutici. Ogni decisione relativa all’inizio/cessazione/modifica nell’assunzione di farmaci dev’essere presa solo dopo consiglio del medico. L’Autore dell’articolo non risponde di eventuali problemi causati dal fatto di non aver seguito questa raccomandazione.




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