gio 03 mar 2022 09:03 • By: Alberto Mosca
Tra le vittime della guerra russa contro l'Ucraina, una tra i bambini che trent'anni fa arrivarono in Val di Sole per guarire dalle radiazioni del disastro nucleare di Chernobyl
VAL DI SOLE. Correva l"anno 1995 e anche sulle pagine di NOS Magazine, al suo primo anno di pubblicazioni, demmo conto ai lettori di un grande progetto di solidarietà verso i bambini di Chernobyl contaminati dalle radiazioni. Furono i cacciatori della Val di Sole con Legambiente a organizzare il soggiorno in Val di Sole per decine di ragazze e ragazzi, che sulle nostre montagne ebbero la possibilità di liberarsi dalle radiazioni e stringere durature amicizie.
Tra loro vi era Svetlana Kuprienko, che fu ospitata nella casa di due solandri di Samoclevo, Mario Pancheri e la moglie Mirella Niccolai con la loro figlia Marika.
Con Svetlana nacque una bella amicizia, che portò Mario e Mirella nel paese ucraino di Marjanivka, nella storica regione della Volinia, a 50 km da Chernobyl, a conoscere la sua famiglia e da organizzare un loro viaggio in Italia nell"estate successiva, nel 1996, a dieci anni dal disastro nucleare. Una bambina carina e altruista, nel ricordo della sua famiglia di Samoclevo.
Svetlana non c"è più. Ne ha dato notizia Daniele Raineri sul Il Foglio.
È rimasta uccisa nei bombardamenti di questi giorni nel suo villaggio di Marjanivka. Era guarita dalla leucemia, anche grazie alle medicine inviate dall'Italia e all"amicizia con la Val di Sole. Si era nel frattempo sposata e ha avuto tre figli. Morta sotto le bombe russe, insieme al marito Sasha e ad altri sette civili. Era uscita di casa per procurare beni di necessità per lei e i figli. Ma non è più tornata.