CALDES. La sagra di San Bartolomeo di Caldes del 24 agosto, conosciuta come la “sagra dei peri”, vanta un’attestazione che la rende forse la prima in Val di Sole ad essere documentata. Negli archivi della famiglia Thun di Castel Bragher troviamo infatti un lungo atto, redatto in duplice copia, che spiega come la festa fosse sotto la protezione della famiglia Thun da tempo immemorabile.

L’atto è databile tra il 1493 e il 1522, dato che promotore di esso risulta essere Antonio Thun e al suo interno il padre Giacomo è dato come defunto.

Il documento si suddivide in vari capitoli nei quali il dinasta dichiara innanzitutto che, per pubblica voce e fama, tutti sapevano che “perpetualiter” ogni 24 agosto si celebrava a Caldes la festa di San Bartolomeo; quindi che il dominio e la custodia sulla festa da sempre spettava, in passato come al presente, ad Antonio Thun e ai suoi predecessori, quantificando un pacifico possesso vecchio almeno di 40 anni, testimoniato sia dalle carte che dalla viva voce delle persone.

Si sottolineava poi che non esisteva memoria di quando fosse iniziato questo dominio sulla festa, quindi probabilmente portandolo a risalire all’epoca della presenza dei da Caldes.

Inoltre si ricordava l’usanza di emanare proclami affinché nessuno nel corso della festa osasse “facere rumorem”, ovvero ne disturbasse l’andamento, con le parole o le azioni e rimanendo giudice di quanti avessero contravvenuto ai proclami.

In questo senso viene citato un caso particolare, accaduto nel 1479, quando nei giorni della festa un certo Valentino del fu Giovanni dalle Caneve di Caldes e i suoi nipoti, figli di un fratello, Matteo e Golo, si trovarono contrapposti a Girardo de Girardi e ai suoi figli Tomeo e Gregorio in giudizio criminale: Valentino aveva ammazzato Girardo, mentre Matteo e Tomeo si erano feriti vicendevolmente. E a dare la sentenza, non sappiamo in quali termini, fu proprio Giacomo Thun.