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A Castelfondo il premio Rigenera

ven 21 ott 2022 09:10 • Dalla redazione

Lo studio di architettura clesiano di Mirko Franzoso e Mauro Marinelli mescola tradizione e approccio contemporaneo

CASTELFONDO. “Un intervento capace di mescolare in modo raffinato la tradizione del contesto locale con l’approccio contemporaneo, attraverso un progetto sostenibile e a basso impatto ambientale. La diversa modulazione degli spazi, progettati per tutelare tanto l’aspetto comunitario quanto la riflessività individuale, rendono il progetto un intervento esemplare di rigenerazione urbana”.

Con questa motivazione lo studio di architettura clesiano di Mirko Franzoso e Mauro Marinelli ha vinto il Premio RIGENERA per la realizzazione di un sistema di spazi aperti ricavati dalla demolizione di un edificio preesistente all’interno del denso nucleo abitato di Castelfondo.

Il premio è ideato dall’Ordine degli Architetti PPC di Reggio Emilia e porta all’attenzione del pubblico quelle opere che sperimentano un’idea di Rigenerazione Urbana.

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Il premio focalizzato sulle opere, espressione dell’architettura contemporanea di qualità, che sperimentano un approccio originale e un’idea di rigenerazione volta a migliorare la qualità di vita delle persone. Il Premio si è posto, quindi, l’obiettivo di mettere in luce quelle opere di rigenerazione, che oltre al valore architettonico e ambientale, interpretano un’idea portatrice di valori, in termini di un equilibrio ottimale tra l’uomo e l’ambiente costruito, come definito nel concetto di Baukultur (cultura dell’ambiente costruito – Davos 2018), mettendo al centro le esigenze sociali e culturali delle persone.

Il progetto riguarda il sistema di spazi pubblici di Castelfondo e si articola su tre quote differenti dovendo gestire le differenze di quota tra la piazza preesistente a valle e le strade a monte.

Attraverso una serie di muri realizzati in calcestruzzo lavato realizzato con una sabbia di porfido ed inerti di porfido gli spazi si affacciano l’uno sull’altro definendo luoghi intimi e tra loro differenti.

La scelta dei materiali è centrale: la ruvidità del cemento ricorda la massività e le tessiture degli edifici storici del paese e la pietra usata, il porfido, è un tributo alla montagna principale del comune, il monte Luco, unica vetta della catene montuosa delle Maddalene la cui pietra è il porfido. In questo modo il progetto cerca un legame profondo con il paese, il paesaggio e il territorio.

 



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