Skin ADV

“Tre bicchieri” Gambero Rosso al Vin de la Neu di Coredo

mar 25 ott 2022 10:10 • By: Elena Gabardi

Vini d'Italia 2023 premia la creazione dell'enologo Nicola Biasi

La 36^ edizione di Vini d’Italia 2023 assegna per la prima volta il massimo riconoscimento a un vino ottenuto da vitigni resistenti di montagna: è il Vin de la Neu 2020 dell’enologo Nicola Biasi ad aggiudicarsi i Tre Bicchieri, il massimo per la prestigiosa guida firmata Gambero Rosso.

Il Bianco delle Dolomiti è un capolavoro prodotto a Coredo in Val di Non, in un vigneto a quasi 1000 metri d’altitudine, 100% uve Johanniter. Secondo i curatori del Gambero Rosso «un raro, esclusivo Vin de la Neu, vino prezioso, assolutamente identitario, vibrante come mai».

Nicola Biasi corona anni di intenso lavoro e dedizione nel realizzare vini di eccelsa qualità legati al territorio con un approccio sostenibile: nel 2020 è Miglior Enologo d’Italia per Vinoway, nel 2021 il più̀ giovane di sempre a ricevere il Cult Oenologist per il Merano Wine Festival, nel 2022 Enologo dell’anno per Food and Travel Italia.

Con il suo Vin de la Neu 2020 fa incetta di premi: oltre ai Tre Bicchieri 2023, i 5 grappoli Bibenda, il 97/100 Winescritic, l’Oro Stella 96/100 per Vinoway, il 95/100 Faccino DoctorWine, il Gold Award per il The WineHunter.

«Tutti i riconoscimenti sono sempre importanti, ma devo ammettere che essere riuscito ad arrivare ai Tre Bicchieri con un vino da vitigni resistenti mi rende particolarmente orgoglioso.

Autoroen Aprile

Dieci anni fa, il progetto del Vin de la Neu nasceva con l’obiettivo preciso di rompere gli schemi e di mostrare che si possono fare grandi vini anche in territori meno conosciuti, ma non per questo meno vocati. Che il Vin de la Neu 2020 si sia aggiudicato uno dei 455 Tre Bicchieri tra i 46mila vini degustati dai curatori del Gambero Rosso, conferma e dimostra ancora una volta tutto il potenziale qualitativo di queste varietà. A questo punto, tutti gli enologi e tutti i produttori non possono più far finta di niente: produrre grandi vini con una reale e concreta sostenibilità è possibile. Dipende solo dalle nostre capacità». 

Classe 1981, il giovane enologo vanta già un’ampia esperienza: dopo il diploma di Enotecnico lavora per importanti aziende in Friuli, sua terra di nascita, si sposta all’estero in Australia e in Sud Africa per poi trasferirsi in Toscana a Montalcino e a Bolgheri dove lavora per quasi dieci anni. Dal 2016 è libero professionista che fornisce consulenze in Toscana, Piemonte, Veneto, Friuli, Trentino e Marche.  

Il 2022 è l’anno formidabile che vede Nicola Biasi aggiudicarsi anche il premio speciale “Progetto Vino dell’anno” di Food and Travel Italia per il progetto “Resistenti Nicola Biasi”, una rete di otto aziende agricole in otto territori tra Friuli, Veneto e Trentino creata nel 2021 e da lui guidata, con un importante obiettivo: produrre vini di eccellenza praticando la vera e reale sostenibilità in vigna e in cantina, salvaguardando in maniera concreta l’ambiente.

I “vitigni resistenti” sono frutto di incroci per impollinazione che hanno trasmesso i geni della resistenza alle principali malattie fungine, in primis oidio e peronospera. Noti anche con l’acronimo internazionale PIWI, dal tedesco “pilzwiderstandfähige” ossia, appunto, “viti resistenti ai funghi”, garantiscono il massimo della sostenibilità e rispetto ambientale poiché riducono quasi a zero la necessità di trattamenti.

La ricerca della sostenibilità e la difesa di un territorio con altitudine e clima non usuali per la viticoltura ne fanno una sfida innovativa per una viticoltura “eroica” nel segno della continua ricerca della massima qualità. 



Riproduzione riservata ©

indietro