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Stagione invernale, per l’Anef sarà una partenza lenta

sab 19 nov 2022 17:11 • Dalla redazione

I rincari energetici e delle materie prime incidono sugli impianti di risalita ma anche sulle famiglie

TRENTO. I rincari, il costo dell’energia, la mancanza di personale e l’andamento stagionale. Alle porte della stagione invernale che si sta aprendo, Valeria Ghezzi, la presidente di ANEF, l’Associazione nazionale esercenti funiviari che rappresenta il 90% del mercato con oltre 1500 impianti in tutto il paese, sulle Alpi e sugli Appennini , fa il punto della situazione analizzando punto per punto i temi più rilevanti per il settore.

Aumento dei costi di gestione

“Si è parlato molto dell’aumento del prezzo degli skipass, ma vogliamo ribadire che la filiera sta facendo i conti con il caro energia, con l’aumento dei i costi dell’acciaio e del carburante, con l’impennata degli oneri di gestione per garantire la sicurezza degli sciatori. I prezzi degli skipass sono aumentati, in ragione dell'inflazione, ma solo una minima parte dei maggiori costi sostenuti dalle aziende verrà trasferito sui clienti. I ritocchi, infatti, non coprono neppure la singola voce degli aumenti energetici: in caso contrario avremmo dovuto aumentare le tariffe del 30%, mentre i rincari si situano tra il 5 e il 12%". 

Misure di supporto

"Chiediamo con forza che il governo riconosca in modo formale le aziende funiviarie quali energivore e – in considerazione del loro ruolo per il turismo e l’economia in montagna – le aiuti ad affrontare una situazione di difficoltà che, purtroppo, non dipende dalla capacità imprenditoriale.

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Soprattutto in una fase delicata, mentre è ancora vivo il trauma economico dovuto alle chiusure per la pandemia. Non chiediamo ristori o misure di stampo assistenzialistico: siamo consapevoli del fatto che il caro energia riguarda tutte le imprese, nessuno è immune. Necessitiamo, piuttosto, di soluzioni strutturali e non improntate alla contingenza. Non rappresentiamo solo società impiantistiche: siamo presidi per la montagna. Se chiudono gli impianti, è tutto l'indotto a soffrire”.

Andamento stagione invernale

“Nella stagione invernale 2021/2022 abbiamo avuto la conferma di quanto lo sci sia uno sport amato e ricercato. La clientela italiana ha in buona parte compensato la mancanza degli stranieri, e questo dato è indicativo del positivo andamento del settore, anche se i numeri sono stati lontani dai valori medi degli anni pre-pandemia. Ora ci impegneremo al massimo per trovare un punto di equilibrio economico: per noi è una questione di sopravvivenza. Nonostante l’aumento dei costi di gestione siamo pronti ad assicurare la qualità delle piste grazie agli impianti di innevamento programmato: non è immaginabile una stagione senza neve, penalizzerebbe tutta la filiera. Per il momento ci attendiamo una partenza lenta, con prenotazioni legate soprattutto a soggiorni brevi, in ragione della situazione di difficoltà che caratterizza molte famiglie italiane ed europee. Ma sappiamo, e constatiamo, che la “voglia di montagna” resta forte e diffusa”. 

Vendita online dello skipass

“La pandemia ha imposto un'accelerazione importante ai processi di digitalizzazione. Oggi pagare lo skipass online è possibile praticamente ovunque. È un cambiamento che incoraggiamo fortemente: per ragioni di praticità e comodità per il cliente, ma anche perché ci permette di monitorare e registrare i dati relativi ai flussi. In questo modo siamo più consapevoli delle esigenze degli utenti, e possiamo indirizzare meglio le nostre scelte di investimento. Un numero sempre maggiore di sciatori sta scegliendo, con soddisfazione, questa modalità di prenotazione e di pagamento, ma esistono ancora ampi margini di crescita”. 

Mancanza di personale nei comprensori sciistici

"Per quanto riguarda il reperimento della manodopera la situazione è migliorata rispetto a 12 mesi fa. Il quadro non è più così critico, ma permangono difficoltà nel trovare – in particolare – persone specializzate e qualificate, ma anche lavoratori stagionali ricorrenti. La carenza di personale attualmente si aggira intorno al 10%, ma stiamo adeguando le nostre organizzazioni e le procedure operative per assicurare, come sempre, la qualità ed efficienza del servizio e, soprattutto, la massima sicurezza per gli utenti.”



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