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A Fucine, Ossana e Cusiano: brusacrìsti, lecapugnàte, boacìni e signorìni (14)

mer 04 gen 2023 17:01 • Dalla redazione

Breve viaggio tra i soprannomi delle valli del Noce

OSSANA. Normalmente potremmo riferirlo a gente che in odio alla religione arriva perfino a bruciare i simboli sacri o addirittura gli stessi ministri del culto. Un paragone immediato è quello con la nonesa Sanzeno, dove i "brusacristi" locali scontano ancora l'assassinio dei tre Martiri d'Anaunia nel 397. Ma qui a Fucine forse potremmo trovare una più sottile spiegazione, legata alla secolare presenza di forni di fusione del ferro e fucine di lavorazione; un'industria, fiorita ancora nel XIII secolo, che portava a ingenti tagli di legname per produrre il carbone destinato ad alimentare i forni, tanto da distruggere completamente enormi quantità di bosco.

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Ecco, a Fucine si bruciava tutto: forse anche "i cristi", se questo serviva ad aumentare la produzione... 

A Ossana troviamo quindi i "lecapugnàte", probabile segno di una proverbiale attenzione a evitare qualsiasi spreco, a partire da quello alimentare; quindi a Cusiano una situazione del tutto particolare, con gli abitanti della parte alta detti "boacìni", ovvero coloro che svuotano le stalle dai liquami bovini; e quelli della parte bassa "signorini", probabilmente complice un atteggiamento di sufficienza e superiorità: non a caso la via imperiale che attraversa il paese è caratterizzata da grandi edifici, oltre che dalla chiesa di Santa Maria Maddalena.




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