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Ridare la vita si può

lun 13 mar 2023 12:03 • By: Elena Gabardi

A Cles le testimonianze dei trapiantati d’organo

CLES. “Si può nascere 2 volte?” questa la domanda che ha introdotto la serata organizzata da Transplant Sport Club e moderata da Orietta Coletti con l’intermezzo musicale della Coralità Clesiana diretta dal maestro Tullio Lorenzoni. Ad animare l’evento, che si è svolto venerdì 10 alle ore 20.30 nella sala Borghesi Bertolla a Cles, l’eccezionale testimonianza delle storie di vita vera di chi grazie al trapianto d’organo è tornato alla vita.  

Attraverso i cortometraggi realizzati da Nicola Bartolamedi con la collaborazione di Martina Pasquin sono state raccontate le esperienze di tre trapiantati d’organo, presenti per portare la propria testimonianza. Ne è uscito un inno alla vita, il prendersi cura di sé e degli altri che riceveranno un dono ineguagliabile.

«Trapiantato è un parola forte» ha esordito Erminio Rigos, pluricampione di sci alpino ai World Transplant Games (le Olimpiadi dei trapiantati) ed ai campionati europei ed italiani. «Ho trascorso cinque ore, tre volte alla settimana per cinque anni immobilizzato con due aghi nelle braccia, in attesa di una telefonata. Ho avuto un dono, ora sto benissimo: lavoro, sono innamorato, faccio sport. Festeggio il compleanno due volte all’anno: una nella data di nascita, l’altra nella data del trapianto, con un pensiero a chi ha donato! Ogni tanto vado al reparto di dialisi dell’ospedale di Cles, che voglio ringraziare tantissimo, a parlare con i pazienti per dare loro speranza».

Sergio Lorenzi, trapiantato di cuore, ricorda le prime parole del medico che lo accolse nella lunga degenza in attesa del trapianto: “Pazienza, non bisogna avere fretta!” e ne è servita molta, bloccato in un letto d’ospedale per otto mesi.

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«Trovare un donatore compatibile è estremamente difficile, soprattutto per il cuore. Non mi restavano molti giorni di vita, l’unica cosa che muovevo erano gli occhi, attaccato ad un macchinario per la circolazione sanguigna extracorporea. Ed ora gareggio in bicicletta. E questo solo grazie ai donatori! Da subito il pensiero era andato a chi aveva perso la vita “Ma quello succedeva a prescindere” mi disse il medico». Le possibilità di trapianto cardiaco non sono molte, racconta: «Nel 2017 (anno del suo trapianto, ndr) le persone in attesa di un cuore erano 1.047, che lo hanno ricevuto sono stati appena 233. La durata di attesa è in media di 3 anni e mezzo, tantissimi. Il mio compagno di stanza ha ricevuto un cuore un anno e mezzo dopo di me».

Marco Panizza, attuale presidente di Transplant Sport Club, sottolinea «Il trapianto è un misto di emozioni contrastanti, tanta felicità e insieme la vergogna di essere felici per la morte di qualcuno. Penso sempre al mio donatore, dopo il trapianto mi sono sentito rinascere giorno dopo giorno e lo sport mi ha dato la forza e la voglia di andare avanti tanto da diventare campione del mondo di sci di fondo. Organizziamo eventi sportivi per trapiantati per dare speranza a chi è malato, per portare il messaggio che anche chi ha subito un trapianto può vivere una vita normale e fare sport e per sensibilizzare alla donazione, perché non per tutti c’è una seconda opportunità. Un parente su tre rifiuta di donare gli organi, dite a famigliari e amici se volete essere donatori. Donare gli organi significa ridare la vita ad almeno sette persone malate».

Il dottor Alberto Garupi ha quindi precisato le modalità della donazione d’organi: «Quando puoi donare sei morto, gli organi non ti servono più. Solo il rene ed una parte di fegato possono essere espiantati da vivi e si fa con il consenso consapevole del donatore. Se sei morto non lo chiederanno a te, è una decisione che va presa prima ed è importante dirlo. Tutti possono donare reni, cuore, polmoni, cornea, pancreas, intestino, fegato ecc., anche superati gli 80 anni. Donare gli organi significa dare tempo e vita agli altri, è un modo per rimanere qui ed il ricordo rimarrà indelebile».

Tutti i testimoni intervenuti, infatti, hanno ricordato i donatori e le loro famiglie colpite dalla tragedia della perdita, che hanno scelto di dare una chance a qualcuno che nemmeno conoscono, un miracolo che ridà la vita alle persone malate. Un gesto di altruismo e di amore per la vita che è anche una grande opportunità, perché tutti possiamo essere potenziali donatori e potenziali riceventi.

Per diventare donatori è possibile dichiarare la propria volontà al rinnovo della carta d’identità o effettuare subito la scelta sul sito AIDO o l’App digitalAIDO.



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