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A Cles un’utopia diventa realtà

lun 01 mag 2023 13:05 • By: Giulia Colangeli

Nella nuova libreria di Elisa le parole d’ordine sono inclusione, comunità, incontro

CLES. Senza libri non c’è cultura, e senza cultura non c’è crescita. Senza scambio, incontro e parole, senza la lettura, una civiltà non progredisce. Mancava da tempo una libreria nelle valli, ed Elisa ha deciso di prendere in mano la situazione autonomamente: con entusiasmo e determinazione ha realizzato un sogno a servizio della comunità.

Elisa, cosa puoi dirci del mestiere? Da quanto fai la libraia?

Da… due giorni. Il pallino della libreria l’ho sempre avuto, sono una lettrice vorace e onnivora; da piccolina giocavo a fare la maestra, o la libraia. Poi mi sono laureata in lettere, cosa cui riesco finalmente a dare un senso, ma nella vita ho fatto tutt’altro: l’impiegata, la commessa, ho lavorato nel turismo.

E come hai deciso di buttarti in questa nuova avventura?

Mia sorella, altra appassionata lettrice, mi ha fatto notare che avevano chiuso le librerie a Cles, a Fondo, ne mancava una sia in Val di Non che in Val di Sole, al tempo stava chiudendo anche quella di Mezzolombardo… così, mi son detta: una persona deve andare fino a Trento per un libro? Ho pensato potesse essere il momento buono per provarci. Ormai è un paio d’anni che sto dietro a questo progetto, ho racimolato i fondi necessari, ho cercato un locale e fatto pratica in una libreria di Trento che in cambio di qualche ora di lavoro mi ha insegnato le basi del mestiere.

Quali saranno gli obiettivi e le responsabilità di questo tuo nuovo spazio culturale?

Prendendo spunto dall’inaugurazione di sabato, che è andata molto bene, vorrei ripetere lo schema: c’erano due educatrici che hanno guidato i bambini nella creazione del libro e tutti sono rimasti molto contenti del laboratorio. Quando sarò a regime e avrò trovato le persone giuste, mi piacerebbe dedicare un giorno fisso a settimana per i bambini, così che i genitori sappiano che quel giorno alla tale ora qualcosa per i bambini in libreria c’è. Che sia una lettura ad alta voce, un laboratorio… l’idea sarebbe di creare un punto d’incontro per la comunità, un’occasione per conoscersi, per parlare di libri insieme, per scoprire cose nuove.

Autoroen Aprile

 Farò presentazioni ed eventi anche per gli adulti, ovviamente, e pian pianino vorrei attivarmi sempre di più, se, ovviamente, la risposta è buona. Inoltre, spero tanto di poter collaborare con le scuole e con i progetti che dalle scuole partono.

Quanto immagini che il luogo in cui ti trovi, una valle di montagna, con i suoi ritmi e le sue regole, possa accogliere una libreria?

Qui si parla di paesini piccoli e sparpagliati in cui poi è difficile, rispetto alla città, trovare un modo per stare insieme, fare gruppo, dato che la situazione è più dispersiva anche geograficamente. Ci sta che certe tendenze, certe abitudini che in città sono anche abbastanza scontate, qui facciano più fatica e arrivino con ritardo. Detto questo, però, guardando i primi che si sono avventurati in libreria, le persone che leggono ci sono e hanno anche ottimi gusti. Io sono fiduciosa, anche perché ovviamente nessuno va a leggere se non c’è una libreria, è un circolo vizioso nel quale spero di creare un’abitudine alla lettura. C’è chi, ormai con Amazon a portata di click, non si fa due valli per andare fino a Trento a comprare un libro, proprio per questo intendo la libreria come punto d’incontro e confronto sul libro stesso. Con il libraio discuti di quel libro, vedi se c’è qualcosa di simile, racconti se ti è piaciuto o meno… non hai davanti uno schermo e un carrello virtuale.

Com’è stato per te aprire, da sola, una libreria in un contesto frazionato, diverso dalla città, laddove altre librerie hanno chiuso?

Un buon 50% entusiasmo, e un buon 50% panico. Sono altalenante tra questi due sentimenti. Non è facile, da sola sto affrontando un enorme carico, soprattutto mentale. Posto questo credo sia la cosa più bella della mia vita. Quindi avanti tutta, ci credo moltissimo e ci sto mettendo tanto cuore, soldi ed energia a parte: nella scelta dei titoli, delle preferenze, delle case editrici. Ovviamente c’è un po’ di tutto perché è una libreria di valle, e vorrei che chiunque possa trovare quanti più titoli possibili, però tenderei a fare una selezione con autori e argomenti che conosco, nei quali ho più competenza.

Quali settori sono al centro della tua proposta?

Dunque, io sono molto per la narrativa e per la saggistica. Ovviamente anche i classici, che però quelli sono e quelli restano. Per quanto riguarda la narrativa amo molto la letteratura del mondo arabo, attualissima; prediligo case editrici medio piccole con titoli e autori che in una grossa casa editrice farebbero fatica a inserirsi. Aggiungo anche la letteratura balcanica, soprattutto per la questione ucraina ora è molto gettonata, e vedo che case editrici stanno dando molta visibilità ad autori e autrici dell’Est, sottovalutati. Poi mi interesso soprattutto di diritti civili, salute mentale, femminismo e disabilità. Tengo molto al valore dell’inclusività. Ci sono temi che oggi devono essere necessariamente trattati, per evitare situazioni, come nella disabilità, nelle quali ci si trova ad operare in buona fede ma senza un minimo di conoscenza, e con tanto pregiudizio, facendo danni invece che essendo d’aiuto. Vedo che i giovani sono molto più ricettivi delle generazioni passate e questo è confortante.

Accennavi ai rapporti con la biblioteca di Cles…

Tutto è ancora a livello germinale ma, ad esempio, per il festival Lettori in Fiore che inizia ora ai primi di maggio inizio a mettere a disposizione il mio spazio. Per esempio: il Cosplay, in data venerdì 5 maggio, lo faremo qui. Per ora ci siamo confrontate con la volontà di lavorare insieme anche per sfruttare spazi esterni come la piazzetta, come le letture nel parco… chissà, non pongo limiti, vorrei lavorare con loro soprattutto per l’infanzia. Credo moltissimo nel concetto di fare rete e conoscerci.

Un libro da consigliare ai lettori del Nos?

Naomi Alderman: tutti i suoi libri! E poi direi… “Fat shame”, per l’inclusione.



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