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Il posto dell'uomo nel creato

dom 14 mag 2023 10:05 • By: Renato Pellegrini

Il primato della creatura umana rispetto alle altre: la riflessione domenicale

C’è stato chi in questi giorni mi ha rimproverato perché non mi sono schierato a difesa dell’orso. Mi è stato chiesto: dov’è che nella Bibbia si dice che l’uomo è superiore agli animali? Siamo tutti uguali! Bene, andiamo con ordine.

C’è stato un tempo in cui la Bibbia era considerata un libro per specialisti, teologi, filosofi e altri studiosi. Oggi ci siamo accorti che la Bibbia è fatta per entrare in relazione con le persone comuni, anche con coloro che non si identificano in un particolare credo religioso.

La Bibbia è patrimonio di tutti, di chi crede e anche di chi non crede. Lo dice con un aforisma fulminante Elias Canneti: «Anche se non la leggi, tu sei nella Bibbia». Le Scritture infatti parlano di noi, della nostra umanità, delle nostre fatiche relazionali, e ci invita a scoprire qual è il centro della vita buona sognata da Dio e desiderata da chi anela alla felicità.   Il mondo biblico, con le storie di Adamo ed Eva, Caino e Abele, il diluvio o la torre di Babele, non narra soltanto di coloro che ci hanno preceduto nella fede, ma parla delle nostre stesse esistenze. E così accade il prodigio; quando la leggiamo, la Bibbia ci permette di leggere la nostra storia, la travagliata vicenda della ricerca di umanità.

Sappiamo che negli ultimi decenni si guarda sempre meno alla storia e sempre di più alla cronaca; interessa poco il senso della vita dell’umanità, perché l’attenzione è catturata da eventi individuali.

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Chiediamoci ora che cosa è essenziale per la vita buona. La risposta biblica scaturisce dalla tensione tra i due racconti di creazione, che fanno da ouverture. II primo, che leggiamo in Genesi 1, è un inno cosmico che celebra la vita voluta da Dio, dove ogni elemento ha il suo spazio.  

Ogni creatura trova il suo posto in relazione all’altra. La notte non esiste senza il giorno, come le acque senza la terra. Qui l'umanità viene introdotta all’apice del cantico divino e raccontata a somiglianza al suo Creatore. È creatura in relazione, maschio e femmina, e dunque plurale. A lei è affidato il governo dell’intero universo. La creatura umana non è fatta per essere soggiogata, sottomessa e umiliata. Rivestita di piena dignità, si specchia nel suo Creatore.

Ma accanto a questo inno cosmico viene affiancato un altro racconto, (in Genesi 2) un controcanto che argina ogni possibile delirio di onnipotenza nell’umano. Qui l’umanità non è creata all’apice del processo, ma all’inizio, prima che la terra prenda forma. Non esiste ancora il mondo con gli animali e le piante; e Dio già si preoccupa di chi ne avrà cura. 

L' essere umano viene creato per lavorare e custodire la terra. E affinché sia sentito il legame profondo alla cura del creato, esso è tratto dalla terra a lui affidata, fatto della stessa sostanza della terra da cui prende vita: Adam, il terrestre, tratto dalla terra adamà.

La crisi dei legami non è novità del nostro tempo. Anche la Bibbia ne parla e la interroga. Quando la creatura umana rompe il legame con la terra, quando, invece di prendersene cura, la sfrutta e la sporca di sangue, vengono meno le condizioni per la vita buona. La terra diventa un deserto, un campo di battaglia, impossibilitato, per l'incuria umana, a ritornare giardino. Ma è l’uomo e solo l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, chiamato a questo compito. A lui sono dati gli strumenti. Sconvolgere la creazione è anche non riconoscere il valore diverso di ogni elemento creato. Dio può creare cieli nuovi e nuova terra solo grazie all’opera umana.    



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