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Covid_19, chiusi anche gli impianti da sci

dom 25 ott 2020 19:10 • By: Lorena Stablum

Il nuovo Dpcm va a incidere sulle piste da sci. La preoccupazione dell'Anef Alto Adige

È a rischio anche la stagione invernale? Il nuovo Dpcm anti Coronavirus, firmato dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, oltre a disporre la chiusura anticipata delle attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), prevede anche la chiusura degli impianti nei comprensori sciistici. Il provvedimento è valido fino al 24 novembre.

Il decreto prevede che gli impianti di risalita «potranno essere utilizzati solo da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali ed internazionali o lo svolgimento di tali competizioni».

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Per quanto riguarda gli altri sciatori, quelli amatoriali, le scelte relative all’apertura dei comprensori dovranno essere valutate dal Comitato tecnico scientifico. Il testo del Dpcm recita infatti: «gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all'adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti». La misura va nella direzione di evitare gli assembramenti e limitare così le occasioni di contatto e di diffusione del virus.

Nel frattempo ha già manifestato la propria preoccupazione per la scelta del Governo e delle sue ripercussioni sull’economia delle valli alpine l’Anef Alto Adige, che per voce del vicepresidente Elmar Pichler Rolle auspica una regolamentazione unitaria delle regioni del nord Italia. "Gli impianti di risalita vanno parificati al trasporto pubblico locale - afferma il vicepresidente -. La loro chiusura rappresenterebbe un duro colpo per molte zone di montagna, che sopravvivono solo grazie al turismo e non hanno altri introiti. Se chiudono gli impianti, chiudono anche gli alberghi e l'economia in questi paesi si ferma".



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