Società Val di Sole

A scuola di Autonomia

Una classe della scuola media di Ossana in visita al Consiglio provinciale

A scuola di Autonomia

Una giornata speciale, trascorsa nelle aule e nei palazzi dell’Autonomia trentina, alla scoperta della sua storia e di come funziona. Vi proponiamo il racconto scritto per noi dalle alunne e dagli alunni della 2B della scuola media di Ossana.


Un giovedì mattina, noi alunni della 2B dell’Istituto Comprensivo Alta Val di Sole, abbiamo partecipato al progetto formativo proposto dalla Provincia autonoma di Trento dal titolo “Conosciamo Autonomia”, un percorso per le scuole volto a far conoscere anche a noi giovani l’importanza della nostra autonomia speciale.

In tarda mattinata siamo arrivati a Trento, più specificamente nell’aula Consigliare del Palazzo della Regione. Qui ci siamo seduti al posto dei Consiglieri: è stata un’esperienza meravigliosa che non tutti possono fare; quel giorno si è presentato e ha risposto alle nostre domande il consigliere Claudio Cia. Lui è in Consiglio dal 2014, ed è al suo terzo mandato. Ci ha raccontato come inizialmente non fosse sua intenzione fare il politico: infatti lavorava nella sanità come infermiere strumentista. Ha partecipato alle elezioni comunali di Trento e, contro le sue aspettative, è stato eletto, così ha conosciuto il suo territorio e ha imparato a fare il consigliere. Il Consigliere ci ha riferito che non sapeva niente di politica e che si è ritrovato a fare parte del consiglio comunale; ha imparato da tutti perché la cosa più importante è che bisogna dotarsi di umiltà e curiosità. Nel 2013 ci sono state le elezioni ed è stato eletto nel Consiglio provinciale.


Gli abbiamo posto queste domande e curiosità.

Di che cosa si occupa un Consigliere provinciale?

Un consigliere provinciale si occupa di creare e proporre le leggi. Il grosso del lavoro è di approfondire e studiare ciò di cui si parla.

Un consigliere ha un bravo aiutante che lo sostiene, inoltre, è importante che si confronti con i cittadini. Attualmente io uso molto i social per comunicare con loro.

Fino a che età si può fare il politico?

Non c’è un’età. Devi essere votato dai cittadini. Un consigliere si può dimettere per vari motivi. Non c’è un limite. Il limite è il voto e il consenso che ti danno i cittadini.

Vi sedete sempre nello stesso posto?

Non c’è un posto fisso. Di solito i consiglieri di una stessa parte politica si siedono vicini così possono parlare e confrontarsi.

Quali sono il lato positivo e negativo di fare il politico?

Il lato positivo di fare il politico è quello di conoscere tanta gente e il territorio. L'aspetto negativo di fare il politico è che sei molto esposto. Certe persone possono gradire il tuo operato e certe no. C’è chi ti critica in modo cortese, altri in maniera molto scortese offendendoti, soprattutto sui social.

Quali sono le problematiche più importanti che il Trentino deve affrontare oggi?

La sanità è la tematica che interessa di più i cittadini. È un problema risaputo, tante persone si lamentano, ci sono liste di attesa lunghe; ci sono tanti cittadini decidono a malincuore di non curarsi perché non ne hanno la possibilità. Mancano i medici negli ospedali e questo è un problema grave, dato che i medici sono importanti per salvare le vite delle persone.

Ci sono in questo momento delle tematiche all’ordine del giorno relative ai giovani?

In questo momento specifico non ci sono tematiche relative ai giovani all’ordine del giorno, c’è però sempre tanta attenzione alla scuola e allo sport.

Che consiglio si sente di dare ai giovani?

Di interessarsi a tante cose già da studenti. Di prepararsi ad affrontare la vita, a fare scelte giuste. Dovete cercare di capire dove vivete, interessarvi, conoscere; cercate di partecipare ad attività di volontariato. Abbiate sensibilità verso l’altro.


Dopo essere stati al Palazzo della Regione ci siamo spostati allo spazio De Gasperi in via Belenzani, dove l’operatrice della Fondazione Museo Storico del Trentino ci ha spiegato la storia della nostra Autonomia dalla fine della Prima guerra mondiale fino al Secondo Statuto del 1972.

Il percorso ha toccato tematiche molto importanti come le “Katakombenschulen” del periodo fascista, il dramma degli “Optanten” e dei “Dableiber”, l’accordo Degasperi-Gruber.

Dal 1972 al 1992 sono state trasferite alle province sempre più competenze come quelle relative al turismo, all’agricoltura, alla scuola, inoltre, abbiamo imparato che il Secondo Statuto tutela le minoranze linguistiche e protegge la comunità ladina, mochena e cimbra.

Infine, nello splendido Palazzo Trentini sede del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento siamo stati accolti con tutti gli onori dal Presidente del Consiglio Provinciale Claudio Soini che ci ha salutati e ci ha raccomandato di impegnarci sempre nello studio.

Nel pomeriggio, stanchi, ma felici, siamo ritornati ad Ossana. Da questa esperienza abbiamo imparato che i nostri diritti sono stati guadagnati con il sacrificio e l’impegno di molte persone e che non dobbiamo darli per scontati.