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Giù la mascherina

mer 08 lug 2020 • By: Sandro de Manincor

Nos, vaccino per l’informazione «virale»

Non c’è dubbio. La mascherina è il simbolo di questo periodo e dopo 25 anni di NOS Magazine, mai mi sarei immaginato di vederla usata da tanti. Un sottile lembo di «tessuto non tessuto», un ossimoro azzurrognolo a rendere i volti irriconoscibili e nascondere le bellezze di una bella risata. E che dire delle voci soffocate, con le frequenze alte completamente tagliate, intubate direbbero i tecnici, e i suoni gutturali che rendono le conversazioni distanti e incomprensibili. Piccoli mantici che sottolineano inspirazione ed espirazione, quasi a sottolineare che sei vivo.

Una situazione surreale e anche esteticamente inaccettabile nonostante i tentativi di rendere fashion quel pezzetto di stoffa che con precisione chirurgica ha stravolto le nostre vite. Un simbolo, quella della mascherina, che sento particolarmente perché Il problema vero è che le mascherine hanno colpito anche una gran parte dell’informazione, esaltando fake news, alimentando complottismi vari, creando una confusione simile all’appannamento degli occhiali quando il proprio alito sale su, proprio dalla mascherina. Ecco perché, in questo quarto di secolo vissuto a NOS Magazine, non ho mai accettato, visto o chiesto una mascherina, reale o virtuale, neanche simbolica. L’indipendenza e la libertà sono state le cifre che hanno sempre caratterizzato l’impegno della nostra avventura editoriale, nel pieno rispetto delle regole, naturalmente. Ne va dato atto all’editore. E vi assicuro che mettere insieme quasi trecento numeri, non è stata una passeggiata. Numeri ricchi di storia delle Valli del Noce, di cultura, di notizie, di immagini, forse anche di spunti di riflessione dati dai nostri forum.

Ricordo perfettamente i primi anni con le difficoltà tecniche oggi argomento di ricordi e aneddoti preistorici, ma anche le novità che hanno portato ad una evoluzione sempre al passo con i tempi, con scelte ponderate e studiate, nel pieno rispetto dei nostri lettori. I primi anni, Paul Flaim, uno dei primissimi abbonati, anziano avvocato originario di Revò e residente a New York, ci spediva all’inizio dell’anno una bellissima lettera, leggera posta aerea, rinnovando l’abbonamento annuale con allegata una banconota da 100 dollari. Era per me la più bella riconoscenza, la prova tangibile del legame con chi aspettava mese dopo mese le notizie e i fatti della terra d’origine. Ma anche lo stimolo ad essere veri, onesti, credibili. Ecco, io penso che il frutto di tutti questi anni sia proprio la credibilità. Merito di tanti colleghi e collaboratori che si sono impegnati a verificare e approfondire i vari argomenti trattati; merito di chi non ha mai ceduto a facili scorciatoie o inutili finti «scoop»; merito di chi non si è fatto lusingare dai potenti di turno e men che meno si è prestato a pubblicare pari pari gli asfittici comunicati di parte, mediati e filtrati opportunamente.

Ma il merito è quello di non avere mai messo la mascherina noi di NOS Magazine, ma anzi essersi mostrati con le nostre facce, i nostri limiti, ed essersi presi anche qualche bella rivincita. Il numero dei lettori sempre in crescita, l’essere il punto di riferimento della zona, l’attenzione e la soddisfazione dei nostri inserzionisti, sono i nostri premi. La nuova versione on-line, frutto di tanto lavoro e impegno accelerati dall’emergenza in atto ha raggiunto in pochissimo tempo numeri da capogiro. Una responsabilità in più per continuare sulla linea tracciata e garantirvi un servizio migliore e più puntuale, ma sempre più credibile. Il vaccino per l’informazione virale e sempre meno affidabile lo abbiamo fatto da un pezzo. Grazie per essere con noi da ben venticinque anni.  


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