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Con gli animali, cultura e rispetto

mer 05 ago 2020 • By: Sandro de Manincor

Ci sono persone che parlano con gli animali. In pochi però li ascoltano. Questo è il problema. (A.A. Milne)

Un ermellino sbuca dalle rocce, Archivio Parco Nazionale dello Stelvio (ph. Walter Anselmi)

La natura e gli animali selvatici che la abitano sono sicuramente il tratto distintivo delle zone che abitiamo. E le nostre valli, racchiuse fra due dei più importanti Parchi, sono certamente l’area dove la convivenza fra ambiente selvaggio e sviluppo turistico intensivo mostra tutti gli aspetti. Scenari da cartolina abitati da molte specie animali che spesso animano l’immaginario, creando una visione distorta e poco equilibrata. È così che l’orso, presenza fissa nei nostri boschi, passa in un battibaleno da essere un dolcissimo essere di peluche a belva feroce capace di stragi, e i lupi degni protagonisti delle favole di Cappuccetto Rosso. Un po’ come se i nostri Parchi fossero degli ampi zoo con gli animali pronti a mettersi in mostra per un selfie memorabile.

Manca spesso l’equilibrio e anche il rispetto pur di soddisfare gli appetiti turistici e non deludere chi intraprende escursioni e camminate senza la fortuna di qualche avvistamento. Ma per fortuna, proprio grazie al grande lavoro svolto dai due Parchi, convivere con gli animali selvatici è possibile, alimentando soprattutto la conoscenza in residenti e turisti, e costruendo la giusta visione di cui si sente tanto la mancanza. L’informazione diventa allora indispensabile, evitando allarmismi inutili, comprendendo i comportamenti e le abitudini degli animali, analizzando le situazioni per individuare e risolvere le varie problematiche. È il caso ad esempio degli allevatori, importante presidio del territorio, tartassati un po’ dai predatori, che si lamentano dei danni subiti e delle paure vissute risolvibili con recinti e altri accorgimenti, ma anche di chi, dall’altra parte, criminalizza i cacciatori, o non rispetta l’organizzazione sociale, difendendo gli istinti animali con un protezionismo integralista e considerando gli animali, selvatici e non, migliori degli uomini.

Atteggiamenti squilibrati e spesso a senso unico che non aiutano certamente la convivenza e, soprattutto, non rispettano la natura e l’ambiente. Anche i rari casi in cui ci sono state situazioni critiche, a ben vedere, oltre ad un po’ di casualità, ci sono stati comportamenti poco prudenti e rispettosi senza adottare gli accorgimenti e comportamenti suggeriti dagli esperti. Semplicemente mancanza di cultura e rispetto. Insomma, se proprio vogliamo interagire con un animale selvatico dobbiamo innanzitutto rispettarlo e non soddisfare solamente il nostro bisogno di emozioni forti. Le immagini che corredano il forum di questo numero parlano da sole e certamente ci appagano in tutta la loro bellezza così come tutto ciò che troviamo nei centri visitatori allestiti proprio per fornire il massimo delle informazioni possibili.

Ma tutto ciò dovrebbe alimentare non tanto la nostra visione affettiva nei confronti degli animali quanto quella scientifica e culturale. Quella visione che comprende e accetta le varie dinamiche naturali, gli atteggiamenti anche aggressivi, le regole di convivenza fra le esigenze dell’uomo e della sua vita organizzata e della fauna selvatica. Senza voler a tutti i costi umanizzare qualsiasi animale. Informare e formare quindi, a partire dai più piccoli “cuccioli d’uomo”, per non trasformare la vita in un cartone animato. Così forse il lupo sarà meno cattivo e l’orso non si chiamerà per forza Yoghi. E anche la favola che durante il lock-down gli animali si volevano impadronire delle nostre città sarà l’ennesima “bufala”. 


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