mer 02 set 2020 • By: Sandro de Manincor
«Una destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose». (Henry Miller)
Fra le tante cose che questo particolare periodo ha prodotto c’è sicuramente l’aumento, per tante persone, della propria sensibilità . Aspetti e cose che prima apparivano prive di importanza o addirittura sfuggivano, ora vengono notate e apprezzate. Da chi nelle nostre valli vive e da chi ci viene in vacanza. È su queste basi quindi che si devono basare le strategie per un nuovo turismo, sicuramente meno di massa e più attento ad altri semplici aspetti. Complice l’esigenza di sicurezza e il bisogno di spazi, i nostri territori stanno ora vivendo un momento di interesse particolare, capace forse di limitare i danni previsti da questa crisi epocale.
L’immagine del Trentino, l’essere un po’ tedeschi e anche un po’ orsi, le montagne, e persino la nostra bistrattata e confusa “autonomia specialeâ€, alimentano l’immaginario collettivo rendendo il nostro territorio sicuro, autentico e attraente. Nonostante qualche scivolone comunicativo, è proprio questo il momento, quindi, per valorizzare le nostre caratteristiche, i nostri prodotti, la nostra storia, capaci di regalare emozioni intense, da raccontare al ritorno a casa; il più efficace media pubblicitario. È il momento per fare quel salto di qualità auspicato da molti, in contrapposizione ai numeri di presenze da capogiro che hanno sempre caratterizzato le scelte degli ultimi anni e che ora verrebbero classificate come “pericolosi assembramentiâ€. Ma il compito spetta a tutti. Non solo agli enti preposti a pensare una nuova politica turistica ma anche agli operatori direttamente interessati e avamposto dell’accoglienza, agli agricoltori custodi del territorio, ai fornitori di servizi e ancor più a tutti i cittadini. Tutti insieme per abbandonare le chimere dei guadagni facili alimentati da qualche bluff, senza app, smartphone e maldestre fotografie ricordo a farla da padrone, e, soprattutto, senza rincorrere a tutti i costi i primati numerici da social network. Un turismo di qualità , slow e autentico, da vendere al giusto prezzo, capace di restituire serenità e sicurezza, e riservato a chi se lo merita e lo sa apprezzare. Gli ingredienti ci sono tutti e basta saperli gestire e comunicare adeguatamente per evitare le assurde code di automobili viste in questi giorni, o le fi le di escursionisti sui sentieri più noti e “di modaâ€, o ancor più il traffico misto e pericoloso sulla ciclabile più bella.
Il passaggio è chiaramente culturale e impone un cambiamento radicale che, inevitabilmente, rischia di scontentare qualcuno. Ma è l’unica strada da percorrere per garantire un futuro alle nuove generazioni. Ci vogliono un po’ di anni, un po’ di coraggio, costanza ed impegno, ma ne vale la pena. Insomma più qualità e meno quantità , per trasformare un grande magazzino in tante interessanti boutique, con proposte e caratteristiche diverse. È per questo che nel forum di questo mese, volutamente leggero ed estivo, siamo andati alla ricerca di angoli nascosti ma legati, almeno nel nome a situazioni molto diverse. Un gioco divertente e ironico che ci ha fatto scoprire bellezze d’un tempo, ricche di fascino. E così, se volete, potete in pochi chilometri raggiungere Cagliari senza andare in Sardegna o scoprire Male, senza prendere l’aereo, o passeggiare per Cortina. Roba da veri VIP.
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