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Maria Teresa, la regina (un po’ troppo) dimenticata

ven 01 gen 2021 • By: Alberto Mosca

A quando un luogo pubblico a lei dedicato nelle valli di Non e di Sole?

Recentemente la tv ha messo in onda la seconda stagione di una miniserie dedicata a Maria Teresa d’Austria, coprodotta dalle televisioni austriaca, ceca, slovacca e ungherese. Quattro puntate, le prime due del 2017, le seconde due del 2019, per raccontare le vicende della sovrana, partendo dall’amore per il duca Francesco Stefano di Lorena e l’ascesa contrastata al trono dopo la morte del padre Carlo VI, culminata con lo scoppiare della guerra di Successione austriaca, finita nel 1748.

Una serie piacevole e premiata, pur con qualche accettabile inesattezza, utile allo spettacolo: ricordiamoci che la storia si studia sui libri e sui documenti, non su prodotti di intrattenimento che, tuttavia, hanno il merito di avvicinare a certi argomenti un gran numero di persone. In conclusione, una gran bella opera televisiva su una figura centrale della nostra storia.

Appunto, e qui veniamo a noi.

Sarebbe stato bello che anche l’Italia avesse partecipato ad una simile impresa di intrattenimento a sfondo storico, ricordandosi di Maria Teresa come duchessa di Milano e del marito quale granduca di Toscana… ma tant’è.

Ancora meglio, un discorso ben più preciso e pregnante ci riguarda molto da vicino. E noi Trentini forse, ben poco abbiamo fatto per ricordarci di questa straordinaria sovrana.

Una delle poche, meritevoli, eccezioni, fu data proprio nel 2017, trecentesimo anniversario della nascita di Maria Teresa, con il convegno “Buon compleanno Maria Teresa!”, organizzato dall’Associazione Culturale “G.B. Lampi – Alta Anaunia” e il Centro Culturale d’Anaunia, nella cornice di casa Campia a Revò, il 12 maggio.

I vari interventi di quella sera andarono ad approfondire la vita, i ritratti e le importanti riforme promosse dall’imperatrice. In particolare, a chi scrive toccò il compito di delineare la situazione sociale e politica del Trentino e delle Valli del Noce durante il regno di Maria Teresa; il prof. Andrea Leonardi si soffermò sulle importanti riforme introdotte dall’imperatrice destinate a migliorare sensibilmente le condizioni di vita della popolazione.

Prima fra tutte, Maria Teresa introdusse l’obbligo scolastico, in materia giuridica compilò un codice, aiutata in questo dal giurista revodano Carlo Antonio Martini, e poi avviò importanti riforme nella sanità e nel sistema tributario, istituendo il catasto ed imponendo a clero e nobiltà di pagare le imposte. E poi, ricordiamo che nel 1753 approvò la fondazione della Accademia Roveretana degli Agiati.

Infine lo storico dell’arte Roberto Pancheri trattò il tema legato all’immagine della sovrana.

La serata, ricordo bene, fu partecipatissima.

Da qui viene spontanea una domanda: perché nelle valli del Noce non abbiamo una piazza o una via dedicata a Maria Teresa, cosa peraltro che si verifica in (pochi) altri centri trentini, come Riva del Garda?

A Malé abbiamo una piazza dedicata alla regina d’Italia Elena del Montenegro, figura di indubbia levatura; ma perché Maria Teresa, una sovrana che tanto ha fatto nella sua epoca per migliorare le condizioni di vita nei suoi dominii non può avere lo stesso onore?

 


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