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Il Pianeta degli Alberi di Natale

gio 31 dic 2020 • By: Elisa Rita Gelsomino

Un libro dedicato a tutti i bambini di oggi

Ogni anno, nel numero di Natale, mi piace passare in rassegna un racconto a tema, scoprirlo e ragionare insieme per provare a trarre qualche ispirazione. Il primo anno ho scritto di Charles Dickens e di uno dei suoi racconti più famosi: Il canto di Natale, in cui nella festività più attesa dai bambini, si cela un significativo momento di svolta, di prese di decisione e riflessioni. L’anno passato, Natale 2019, in uno spazio ancora ignaro di quello che sarebbe stato il 2020 per tutti noi, ho scritto di uno scorbutico esserino verde, asociale e scontroso per natura, che odia tutte le feste, in particolare la festa del Natale: il Grinch. Egli, così solo, ha in realtà paura di ciò che non conosce e ciò che desidera veramente è qualcuno che non lo deluda e passi con lui tempo prezioso, ancora di più nel periodo delle feste! Quest’anno la ricerca del racconto è stata laboriosa, volevo qualcosa che stimolasse la mia fantasia, avevo il desiderio di trovare un libro che mi venisse davvero voglia di rileggere! Ecco allora la scelta di questo Natale 2020: Il Pianeta degli Alberi di Natale, di un magnifico e sempre originale Gianni Rodari.

Questo racconto è un mix di qualcosa che ha sì a che fare con le feste più attese dell’anno, ma anche con la fantascienza e se vogliamo l’astronomia. Questo libro è il racconto di Marco, un bambino di nove anni che vive a Roma e riceve per il suo compleanno (il 23 Ottobre) un cavalluccio a dondolo da parte di suo nonno. Questo regalo inizialmente lo delude, considerandolo un dono per bambini piccoli. In realtà è magico, lo trasporterà attraverso le galassie, verso Il Pianeta degli Alberi di Natale. Sarà un viaggio nella fantasia che vi farà entrare in un luogo dove, oltre ad essere sempre Natale, si scopriranno, pagina per pagina, dei simbolismi legati ad un mondo ideale, pieno di morali vere e semplici, che solo la fantasiosa e bizzarra mano di Rodari potevano dipingere. Tanto per cominciare, la Terra è il pianeta Serena, i suoi abitanti i sereniani. Gli abitanti del Pianeta degli Alberi di Natale possono scegliere il loro nome e cambiarlo se si stufano. Il primo strumento in cui si imbatte Marco è un trinocolo, invenzione che, oltre a vedere lontano, con il suo terzo oculare ti permette di guardarti le spalle. La prima persona che Marco incontra appena sbarcato dalla navicella che lo ha raccolto nello spazio, è un bimbo originario del pianeta, che sarà la sua guida e il suo portavoce, il quale in suo onore si è cambiato il nome e ora è Marcus. Nella prima parte del libro, Marco è arrabbiato e non capisce come sia potuto succedere tutto questo. Con un taxi cavallo a dondolo a disposizione di tutti, Marcus conduce Marco alla scoperta del suo Pianeta. Tappa obbligata il Gran Bazar Spaccatutto, palazzo ricostruito due giorni prima nel cui ingresso si può leggere “Entrata libera a tutte le ore del giorno e della notte”. L’idea di costruirlo risale al secolo precedente, quando un astrobotanico e padre intelligente, una volta notato che i suoi figli manifestavano il bisogno di fracassare tutto, gli regalò svariate centinaia di piatti e scodelle a poco prezzo da rompere. I due bimbi impiegati cinque giorni a far fuori tutto, al termine dell’operazione avevano perso completamente il desiderio o il gusto per rompere ogni cosa, anche nel tempo, tant’è che egli si domandò perché questo sistema non potesse applicarsi su grande scala a tutti i bambini e non solo! Quindici giorni dopo il Gran Bazar Spaccatutto era cosa fatta (e da disfare) per dirla alla Rodari! Le bizzarrie non sono finite, nel Pianeta degli Alberi di Natale, tutti girano in pigiami azzurri, le giornate iniziano alle sette, che in realtà sono le dieci (così tutti possono dormire un po’ di più). Nei ristoranti, nei negozi, nelle edicole prendi tutto quello che vuoi e non paghi niente! Dietro ai baconi dei locali trovi dei robot che ti invitano a entrare e prendere, ma a discapito di quello che pensi non trovi gente accalcata che prova ad accaparrarsi ogni cosa, ma solo poche persone che si affacciano alle vetrine senza vetri per prendere solo quello che gli serve!

La giornata di Marco si conclude nello stupore e nello smarrimento dentro una casa di qualcuno, tutti hanno una stanza da dedicare a persone di passaggio e non riuscendo a dormire dopo l’assurda giornata, il robot che vive lì, gli consiglia di chiamare il numero 17 al telefono e di farsi raccontare una storia per addormentarsi! La seconda giornata di Marco è ancora un viaggio tra strade e negozi originali, in cui puoi “comprare” dallo stemperino che ti ricompone i “mozzoli” di matite a ogni titolo nobiliare possibile e immaginabile. La parte finale del libro riguarda la possibilità o meno per Marco di far ritorno sulla terra prima che qualcuno si accorga della sua scomparsa. Questa decisione spetterebbe ai membri del Il Palazzo del Governo-Che-Non-C’è. Quante cose potremmo imparare da questo pianeta, la fratellanza assoluta, l’ospitalità, la libertà di poter prendere tutto e quindi riappropriarci di ciò che ci serve davvero. La fiducia nell’altro e a ancora di più la magia del Natale, spesso ormai banalizzata e scontata, non per fortuna agli occhi dei bambini! Il finale non lo riassumo, merita di essere scoperto, l’intero libro è un percorso da fare attraverso gli occhi sorprendenti dei bambini o insieme a loro e al vostro bambino interiore. Abbiamo bisogno di viaggiare, per lo meno con la fantasia. Per dirla con le parole dell’autore “il libro dalla prima pagina all’ultima (ma anche dall’ultima alla prima) è dedicato ai bambini di oggi, astronauti di domani.” Abbiamo bisogno di ricominciare a sognare e di sperare in un pianeta Serena in cui sia sempre (o quasi) Natale


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