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Il suono del silenzio

lun 30 mar 2020 • By: Sandro de Manincor

"Ed è proprio il silenzio che consente di rilassarci, elevando i pensieri, regalandoci attimi di serenità e facendo emergere i più intelligenti"

In questi giorni strani mi colpisce principalmente una cosa: aprire le finestre per il salutare arieggiamento di casa e sentire il silenzio che proviene dalle strade e dalle piazze dei nostri paesi.

Nessun rumore di auto, nessun chiacchiericcio di passanti, nessuno schiamazzo di studenti. Qualche timido cinguettio pre-primaverile e basta. Il mondo, quello cosi detto civile, si è capovolto e il rumore proviene invece dalle case; dall’interno delle case, collegato con il mondo intero grazie a computers e televisioni.

Pieno di informazioni vere e false urlate 24 ore al giorno da esperti o finti tali, tutti a trattare anche gli aspetti più nascosti dello tsunami causato dalla pandemia da Covid-19. In quelle case, oramai trasformate per tutti in prigioni più o meno dorate, regna la confusione, e veniamo bombardati da dati e curve grafiche, che ognuno interpreta a modo proprio, da luci in fondo al tunnel che ognuno vede più o meno intense, da decreti annunciati e poi smentiti o modificati, da moduli da compilare con varie versioni, da sussidi e aiuti discussi, promessi, criticati.

E poi, politici, sportivi, comici, attori, influencers e vips, tutti insieme in gara a recitare il più che giusto mantra “io resto a casa”, con le Barbare D’Urso diventate oramai virologhe di fama internazionale. E ciò avviene su tutti i canali televisivi, radiofonici, e dell’web, senza avere invece una voce unica e ufficiale, quale è la TV pubblica che foraggiamo lautamente.

E che dire dell’appuntamento quotidiano con il bollettino di guerra con contagiati, decessi, guariti, tamponi, non tamponati, asintomatici, ecc. ecc.? Una girandola di numeri, che certamente dà la dimensione della tragedia, ma che al comune cittadino serve a poco, se non la voglia di urlare: basta! Aggiungiamoci pure un po’ di fake-news, di complottismi vari, di Sgarbi quotidiani, e capite subito quanto l’Italia, in questo periodo, è particolarmente Italia. Lo vediamo anche grazie ai teatrini da balcone dove, improvvisamente, con l’aiuto di colonne sonore musicalmente poco coerenti con Azzurro, L’inno di Mameli o Va’ Pensiero, tutti siamo più buoni, più solidali, e sventolando il tricolore abbiamo riscoperto il “valore” delle comunità in cui viviamo, scrivendo e disegnando arcobaleni con: “andrà tutto bene!”.

Un po’ come quando la Nazionale di calcio vince i Mondiali, e intanto aumenta il prezzo della benzina. E tutti ad aspettare il ritorno alla normalità senza la coscienza che non ci sarà mai la normalità. Sarà per forza un cambiamento epocale, in tutti gli aspetti, da quello economico a quello sociale, culturale, politico, al quale sarebbe meglio arrivare preparati.

E sarà l’occasione forse per costruire qualcosa di totalmente nuovo, in tutti i settori, non ultimo quello della comunicazione, che potrebbe riscoprire il valore del silenzio.

L’ha dimostrato il Papa nella sua intensa benedizione Urbi et Orbi. Senza entrare nel merito religioso e senza offesa per credenti o atei, quei lunghissimi silenzi (per i ritmi a cui siamo abituati), quella enorme piazza vuota, quegli sguardi intensi sono stati l’unica vera comunicazione e racconto della tragedia che stiamo vivendo.

Ed è proprio il silenzio che consente di rilassarci, elevando i pensieri, regalandoci attimi di serenità e facendo emergere i più intelligenti. Forse così le soubrette torneranno a fare le soubrette, i politici non faranno più gli showman, e le informazioni saranno un po’ più vere. 


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