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Prevedere i temporali

lun 23 mag 2022 09:05 • By: Giacomo Poletti

Perché prevedere i temporali è così difficile?

La grandinata di Coredo del 13 maggio 2022

Perché prevedere i temporali è così difficile? Come avrete notato in tanti, ad esempio anche nella grandinata di Coredo del 13 maggio, non c’è app o bollettino in grado di dire esattamente con un anticipo utile se e dove arriverà la grandine. A cosa è dovuta questa difficoltà?

La risposta è articolata, ma senza dubbio interessante. Prevedere una perturbazione a vasta scala, oppure un singolo temporale su Cles, sono due cose assai diverse. Le previsioni del tempo vengono infatti elaborate da potentissimi calcolatori sulla base di dati di partenza rilevati nel mondo da satelliti e da decine di altri sistemi (boe, aerei, stazioni a terra, palloni sonda, etc). Questo flusso enorme di dati va rapidamente nei calcolatori che elaborano delle previsioni per le ore e i giorni seguenti. E questo avviene ogni giorno, più volte, a cadenze regolari di 6 o 12 ore.

Ma allora perché i temporali non vengono previsti bene? In primis, i modelli non vedono le nostre montagne complesse come sono nella realtà, ma le simulano in una versione più semplice, “ammorbidita” per favorire la velocità di calcolo. Questo facilita le cose, ma rende inevitabilmente le previsioni meno affidabili per i fenomeni di piccola scala come i temporali. Per le perturbazioni autunnali o invernali, invece, la precisione resta ottima data l’estensione dei sistemi perturbati.

Ed è proprio questo il punto, la grandezza dei fenomeni. Perché i temporali, che nascono grazie ai movimenti convettivi (cioè di galleggiamento verso l’alto) dell’aria, sono assai piccoli rispetto alla griglia di calcolo del modello, che in pratica il più delle volte non li vede direttamente. La convezione viene addirittura simulata in maniera parametrica, non cioè calcolata, ma stimata sulla base di vari parametri. Inoltre, la natura stessa dei temporali li rende poco prevedibili: le condizioni di instabilità si innescano spesso nel punto dove si “rompe” lo strato stabile, è un po’ come forare con un ago un pallone: l’energia converge in quel punto scatenando fulmini e grandine in pochi minuti, mentre nelle località vicine il cielo può restare quasi sereno.

Dovremo rassegnarci quindi alla imprevedibilità della grandine? Certamente no! La previsione dei temporali si può fare valutando i cosiddetti parametri termodinamici dell’atmosfera. È un lavoro complicato, svolto da previsori “umani” che valutano la situazione ogni giorno sulla base dell’esperienza e del territorio. Previsioni di questo tipo, dedicate solo alla probabilità di vedere temporali e i fenomeni a essi collegati, le potete trovare sui siti estofex.org e pretemp.it che vi consiglio, quest’ultimo curato ogni giorno da diversi giovani meteorologi italiani, con ottimi risultati.

E invece delle app - di fatto inutili per la previsione della instabilità - certamente è assai più utile consultare sempre i bollettini locali (meteotrentino su tutti) e il radar meteorologico (ad esempio qui: https://meteo.provincia.bz.it/radar-meteorologico.asp) che può mostrare con qualche decina di minuti di anticipo l’arrivo dei nuclei per mettere in salvo – in qualche caso – automobili e non solo. 



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